mercoledì 14 maggio 2025

Alejandra Costamagna - IMPOSSIBILE LASCIARE LA TERRA - Edicola Edizioni

 
Alejandra Costamagna
IMPOSSIBILE LASCIARE LA TERRA
(titolo originale Imposible salir de la Tierra, Almadía, Mexxico 2016)
traduzione di Maria Nicola
Edicola Edizioni
collana ñ
maggio 2025
pp. 268, euro 16
ISBN 9791281860094

 
«In questi racconti, Alejandra Costamagna scrive con precisione e letale delicatezza di ossessioni, piaceri, violenze e malattie. La sua parola è come uno scalpello che indaga corpi tremuli, furiosi, talvolta oppressi dai loro stessi desideri.»  - Mariana Enriquez
 
Impossibile lasciare la Terra è un quartiere che si incastra perfettamente nella città letteraria costruita da Alejandra Costamagna, pluripremiata scrittrice cilena di cui Edicola ha già pubblicato il romanzo Il sistema del tatto e la raccolta di racconti C’era una volta un passero. Un quartiere abitato da gente sola, gente ossessionata, gente che si suicida però prima mangia e trova che il purè dell’ospedale sia delizioso. Costamagna è un orecchio che cammina per le strade, una predatrice di frasi, una fanatica della minuzia. Le sue storie divampano senza il minimo stridore, l’amabile sobrietà della sua scrittura pulsa sotto ogni assurda vicenda, e i suoi personaggi - così commoventi nel loro delirio di contraddizioni - sono calamite che trattengono chi legge in una realtà impossibile da lasciare.

L'inizio del racconto DAISY E' CON TE

Ho io la tua cagnolina, dirai. Hai fatto il numero che compare sulla medaglietta insieme a un nome e a un cuore inciso nel metallo, e hai aspettato cinque squilli. Pronto? Quando senti la voce dall’altra parte, però, non parli. È la prima parola altrui che senti in due settimane. La voce insiste. Immagini che al ricevitore respiri una bocca. Soltanto una bocca, senza corpo, senza più ossa. Ho la tua cagnolina qui da me, vorresti dire alla sconosciuta. E sentire la voce che grida: «Ehi, hanno trovato Daisy!» Una voce viva, di quindici o sedici anni, immagini, una vocetta insolente che agita l’aria di polmoni ancora sani. Com’era Alia prima della diagnosi, pensi. Daresti qualsiasi cosa per immaginarla con i capelli tirati su, sandali, borsa a tracolla tra seno e seno, buttata all’indietro, espressione di una vita in salvo. E invece no, il cervello ti manda un disegno guasto, un’altra cosa. Pronto? La sconosciuta vuole sapere chi parla, pronto, chi è? E tu non trovi niente di meglio che sbatterle in faccia un silenzio disumano. Poi chiudi e senti l’eco di uno sbuffo che presumi sia tuo. Non sei sceso dal letto per fare favori agli estranei. Se hai aperto la porta è stato solo perché gli ululati dell’animale minacciavano di lacerare il fragile tessuto del tuo discernimento. Adesso la cagnolina annusa la pianta che Alia non ha più bagnato, l’unico resto vivente. Negli ultimi giorni la ragazza si limitava a respirare. A gra are appena l’aria. L’abbaio della cagnolina ti riporta sulla terra e senza rendertene conto rifai il numero altre due, tre volte, per sentire una sola voce, sempre la stessa, con atterrita fascinazione. Chiami e metti giù. Come se volessi che quella voce non fosse così viva, tanta è la tua rabbia per l’entusiasmo irradiato dalla sconosciuta. Daisy si è accucciata sui mucchi di fogli, i compiti da correggere che non correggerai, perché il tuo futuro è una cella vuota. Solo allora vedi il quadro completo all’altro capo della linea, chissà dove. La proprietaria di quella voce, disperata, che finisce di preparare i cartelli con su scritto «' () , » e le generalità di una meticcia con un nome che sa di desiderio o di cartone animato elevata a pastore tedesco. La padrona offre una ricompensa milionaria per Daisy, come se fosse un sequestro di Stato. E improvvisamente il telefono. La padrona che incrocia le dita: fa’ che sia Daisy, Dio mio, fa’ che sia Daisy. Il telefono che ulula, cinque squilli, e tu dall’altra parte. La padrona: pronto? Tu: pronto, ho il cane, quanto offri? Il tuo orecchio crea dialoghi capaci di sottrarti all’inferno clinico delle ultime settimane. La cagnolina agita la coda davanti al telefono, sicura che la sua padrona verrà a salvarla. La sua padrona disposta a sborsare miliardi con il ricevitore in mano, pronto! Il tuo orecchio sente quella voce impossibile, di un altro tempo: Alia prima delle endoscopie e delle scintigrafie... Quell’abbaiare esplosivo che improvvisamente ti tradisce e ti spinge a comporre per l’ennesima volta il numero della medaglietta e a dire f inalmente pronto, ho la tua cagnolina. E a confermare che Daisy, certo, è lì con te. Senza un minimo di ragionamento ti consegni alla sconosciuta come un disertore e senti l’euforia nella sua risposta quando dice brutta cagnaccia, non per insultarla ma con amore profondo, e ti chiede l’indirizzo e in un battito di ciglia ti sorprendi a dire calle Seminario 427 come se non fossi tu a parlare ma un’eco, e l’eco rispondesse con il suo canto casuale: sì, cara, certo che può passare a prenderla quando le pare. Immagini che i sussurri di Alia si siano insinuati da un recondito aldilà nel ricevitore del telefono e che adesso attraverso la rete telefonica arrivino direttamente al tuo orecchio, o all’orecchio di chi sta ascoltando per te, e nulla possa fermare la loro corrente impetuosa. Sì, bambina, ti verrebbe voglia di rinfacciarle, tanto tu hai tutto il tempo del mondo per occuparti di cani, piante, canarini, per parlare con voci impossibili, con spettri, non lo vede che ormai sei un vortice, che non sei più un uomo? Sì, che venga a prendersi il cane una volta per tutte, e che venga per te, soprattutto per te, ragazzina, che ti nutra, che torni ad anna arti ora che finalmente sei uscito dal letto. Ma la proprietaria della voce si segna l’indirizzo sul palmo della mano, immagini, singhiozzando di gioia o di emozione, a stento capace di chiedere se la cagnolina sta bene, signore, e subito dopo offre un milione di grazie, davvero, e produce col suo clic quel silenzio pastoso che ti lascia di nuovo solo con la bestiola accucciata tra le piante di Alia perché sa, probabilmente, che questa è solo una visita e non durerà tutta la vita, be’, come se qualcosa durasse mai tutta la vita. La cagnolina che hai trovato dieci o più ore fa sulla porta di casa, a guaire per te, confidandoti chissà cosa con tutta la potenza della sua gola, si avvicina e fiuta i tuoi sospetti e ti dice lascia perdere, cretino. Accarezzami la schiena e non fare quella faccia. Che altro puoi fare? Daisy si sdraia dandoti le spalle sul tappeto del soggiorno, con le orecchie piatte a terra, e tu accarezzi più per inerzia che per voglia quel fagotto di peli. Finché qualcosa, il respiro tranquillo dell’animale, la monotonia del palmo che scorre lungo la spina dorsale, la stanchezza accumulata, le ultime cento notti passate con Alia cercando di alleviarle i dolori, e giù calmanti, la trafittura di Alia piantata nel petto, qualcosa di involontario e forse di più antico della civiltà umana ti fa addormentare sul tappeto. Nel sogno sei di fronte a un uccello gigantesco. L’uccello apre il becco e tu entri e scivoli giù per il corridoio della sua gola, che è arancione e scivolosa come la stoffa di una vecchia tenda, ma all’improvviso tu non sei più tu, sei Alia che si impiastra tra i fluidi dell’uccello. Alia arancione e scivolosa nel sogno che ora suona e ti si conficca nelle orecchie. Un rumore penetrante, il campanello. Apri gli occhi e vedi Daisy che si stira accanto a te e agita la coda con l’oscillazione di un pendolo. Brutta cagnaccia, dici. (...)


Alejandra Costamagna (Santiago del Cile, 1970) ha pubblicato romanzi, raccolte di racconti e un libro di cronache e saggi. È considerata una delle più importanti scrittrici latinoamericane della letteratura contemporanea. Ha collaborato con le riviste Gatopardo, Letras Libres e El Malpensante. Nel 2003 ha ottenuto una borsa di studio dell’International Writing Program dell’University of Iowa. Nel 2008 in Germania ha vinto il Premio letterario Anna Seghers. Nel 2016 Edicola ha tradotto in Italia la sua raccolta di racconti C’era una volta un passero.  Il suo romanzo  Il sistema del tatto è stato finalista al prestigioso Premio Herralde de Novela (Editorial Anagrama) e nel 2019 in Cile ha vinto il Premio del Círculo de Críticos de Arte. Nel 2025, sempre nella traduzione di Maria Nicola,  è uscita la raccolta dei suoi migliori racconti: Impossibile lasciare la Terra.

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