Hope Mirrlees
PARIGI
(titolo originale Paris: A Poem, Hogarth Press,1919)
traduzione di Nicoletta Asciuto
Interno Poesia
collana Interno Novecento
maggio 2025
pp. 104, euro 15
ISBN 9791281315266
Parigi è una lunga poesia di quattrocento versi di Hope Mirrlees, pubblicata da Virginia e Leonard Woolf nel 1920. È un capolavoro ritrovato della poesia moderna, composto da un’autrice eclettica che è stata, fino a poco tempo fa, pressoché cancellata dal panorama della letteratura inglese ed europea. Parigi è una poesia potente, rivoluzionaria, e allo stesso tempo toccante, nella sua rievocazione al vetriolo della Parigi del primo dopoguerra. Un po’ come fa James Joyce con Dublino nel suo Ulisse, Mirrlees condensa il vissuto di una giornata parigina del 1919 – suoni, voci, vedute, e persino fantasmi. Nonostante venga pubblicata qualche anno prima della nota “Terra desolata” di T. S. Eliot, la sua tiratura limitata e la personalità fuori dagli schemi dell’autrice fa sì che il pubblico inglese di allora non la venga a conoscere: Eliot rimarrà nella storia della letteratura del Novecento europeo; Mirrlees sparirà nel nulla. Parigi ci indica perciò un percorso alternativo attraverso il panorama poetico del Novecento, uno in cui riappaiono voci e azioni di donne all’avanguardia, il cui unico svantaggio è stato di essere state troppo avanti rispetto al loro periodo storico
Dall’introduzione di Nicoletta
Asciuto
«È la fine di aprile del 1920 e i coniugi Virginia e
Leonard Woolf, forse la coppia più nota del modernismo, sono
all’opera con la loro pressa da stampa.[1] Da qualche anno i
Woolf hanno fondato una piccola casa editrice, la Hogarth Press (così
chiamata dal nome della loro casa a Richmond), con la quale si
impegnano a pubblicare i loro lavori, quelli dei loro amici e degli
autori che reputano di forte potenziale letterario. Dopo aver
stampato, tra le altre cose, alcuni racconti della stessa
Virginia e una raccolta di poesie di T. S. Eliot (1919), i Woolf
stanno componendo il testo dell’opera prima di una poetessa
sconosciuta, ma di grande interesse sperimentale: si tratta di Hope
Mirrlees e del suo poemetto Paris: A Poem, scritto appena un
anno prima. Ne stamperanno però solamente 175 copie, perdipiù con
la data sbagliata (1919 invece di 1920).[2] Paris viene
recensito da ben pochi lettori, rimanendo così archiviato fino al
1973, quando viene ristampato nella Virginia Woolf Quarterly, ma
con alcune parti censurate da Mirrlees stessa. Paris viene
dunque assaporato da pochi lettori selezionati prima di cadere
di nuovo nel dimenticatoio, fino a quando nel 2007 Julia Briggs lo
riporta all’attenzione critica pubblicandolo nell’antologia Gender
in Modernism: New Geographies, Complex Intersections. È però con
l’edizione di Sandeep Parmar che Paris viene proposto per
la prima volta in formato tascabile, insieme alle altre poesie e
traduzioni di Hope Mirrlees (Collected Poems; FyfieldBooks, Carcanet,
2011), rilanciando così questa poetessa britannica semi-sconosciuta
sul piano della poesia internazionale. L’edizione di Sandeep
Parmar, che, sempre per la stessa collana, ha curato anche le poesie
di Nancy Cunard (Selected Poems; 2016), ha certamente portato una
ventata d’aria fresca nel campo degli studi sul modernismo,
riaffermando l’importanza di recuperare le poetesse di lingua
inglese del primo Novecento, troppo spesso sfavorite rispetto ai vari
T. S. Eliot, Ezra Pound, William Carlos Williams, Wallace Stevens…
Nel 2020, infine, per celebrare il centenario della prima
pubblicazione, la casa editrice londinese Faber & Faber ha
mandato in libreria una nuova edizione di Paris. »
Note
[1] Vedi Julia Briggs, “‘Modernism’s Lost Hope’: Virginia Woolf, Hope Mirrlees and the Printing of Paris”, Reading Virginia Woolf, Edinburgh University Press, 2006, pp. 80-95.
[2] Non sappiamo con certezza la ragione della data “sbagliata”. Sappiamo, tuttavia, che Paris era una poesia assai difficile da comporre per la stampa e che era stata una delle prime poesie stampate da Virginia Woolf, che infatti commette alcuni errori in quest’edizione. Non escludo che Paris possa essere stato stampato volontariamente con la data di 1919 in quanto la poesia stessa è incentrata sulla fine della guerra e gli eventi dell’anno 1919 (che è anche l’anno dell’uscita di Le Cap de Bonne-Espérance di Jean Cocteau, che sappiamo aveva influenzato Mirrlees). Di questa ipotesi purtroppo però non vi sono attualmente indizi, anche se il predatare di un’opera a posteriori per fini poetici e artistici non era affatto pratica poco comune (basti pensare a Lampada ad arco di Giacomo Balla). Sulla pubblicazione di Paris e la sua circolazione tra i primi lettori, vedere il bell’articolo di Sean Pryor, “Who bought Paris? Hope Mirrlees, the Hogarth Press, and the Circulation of Modernist Poetry”, ELH (2021), pp. 1055-1082.
Hope Mirrlees (1887-1978) è stata una poetessa inglese, autrice del capolavoro perduto del modernismo, Paris: A Poem (1920). Dimenticata fino a pochi anni fa, Mirrlees faceva parte dei circoli artistici e letterari londinesi del Primo Novecento, intrattenendo rapporti con T. S. Eliot, Lytton Strachey, Virginia Woolf, e Jane Harrison, sotto la cui guida studia poi Lettere Classiche all’Università di Cambridge. Harrison diventa la sua compagna e le due “mogli” (il termine con cui si chiamavano affettuosamente l’una l’altra) si trasferiscono a Parigi. Qui Mirrlees termina il suo primo romanzo, Madeleine: One of Love’s Jansenists (1920). Linguiste appassionate, le due traducono insieme dal russo, mentre Mirrlees scrive altri due romanzi, The Counterplot (1924) e Lud-in-the-Mist (1926). Nel 1926, tornano a Londra, dove vivono insieme fino alla morte di Harrison nel 1928. Nel 1929, inesplicatamente, Mirrlees si converte al cattolicesimo. Dal 1948 vive in Sud Africa fino verso gli anni Sessanta. Al ritorno in Inghilterra pubblica una biografia del collezionista Robert Bruce Cotton (1962), oltre a due raccolte di poesie, Poems (1963), e Moods and Tensions (1976).
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