Gesuino Némus
LA DONNA CHE UCCIDEVA LE FATE
Elliot
collana Scatti
giugno 2025
pp. 240, euro 18.50
Durante i giorni della battaglia sul prezzo del latte, il pastore Gioacchino Dicciosu viene ritrovato morto nel suo ovile, ucciso da una scarica di pallettoni alla schiena. Non ha moglie né figli e l’unica erede è la sorella Elvira, dichiarata, però, incapace di intendere e volere già nel 1951, anno in cui una terribile alluvione nella zona in cui si era rifugiata per nascondere la sua maternità le strappa dalle braccia la sua bambina di pochi mesi.
Quel dolore atroce le fa perdere completamente la ragione, al punto che viene internata in manicomio. Nessuno sa più nulla di lei fino al 1978, anno in cui, in seguito alla legge Basaglia, i manicomi vengono chiusi e lei torna a vivere nella vecchia casa diroccata sul fiume, con qualche piccolo aiuto da parte delle donne locali. In poco tempo però si fa odiare da tutti perché lancia maledizioni a chiunque si avvicini e minaccia di uccidere tutti i bambini che vogliono vedere le case delle Janas, le fate che popolano il mondo immaginario dei piccoli e che si trovano vicine al suo rudere. Proprio nei giorni successivi al delitto (come al solito senza testimoni), mentre il maresciallo Tigassu tenta di dare un abbrivio alle indagini, arriva a Televras, per una casualità sconcertante, il professor dottor Marco Vantini, psichiatra e luminare di fama internazionale che, affascinato dalla storia di questa donna isolata dal resto della comunità, darà un senso alla ricerca della verità.
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