Edmondo De Amicis
LA LETTERA ANONIMA
prefazione di Demy Sessa
introduzione di Ugo Mancini
Infinito edizioni
maggio 2025
pp, 92, con illustrazioni b/n
euro 13
ISBN 9788868618414
Con una prosa vivace e accattivante, il celebre autore ligure racconta, in un saggio pubblicato nel 1897, il fenomeno sociale della lettera anonima, molto diffuso alla fine del XIX secolo, rimandando con una serie di passaggi anticipatori alla piaga contemporanea dell’odio online. Fenomeno diffuso in ogni parte d’Italia, la lettera anonima colpiva a quel tempo persone di diversa estrazione sociale, come accade oggi con l’instancabile attività degli odiatori da tastiera.
De Amicis paragona a un “monello che non può vedere un muro bianco senza sentire il bisogno d’imbrattarlo” chi non riesce a sopportare la felicità o il successo altrui senza provare tale e tanta invidia da rovinare la sua serenità “sputandovi sopra” il suo “inchiostro venefico”. Aggiungendo che probabilmente, a dispetto della quantità di lettere anonime inserite nelle buche delle lettere di tutta Italia, gli autori di quei testi odiosi sono pochi e rosi da una perfida invidia, oltre che persone considerate spesso… per bene. Altro riferimento, questo, alle esperienze che oggigiorno agitano il Web.
“Le lettere anonime meriterebbero di essere comprese non solo come fenomeni da contrastare, ma anche come occasione di riflessione su come il dialogo e l’interazione umana possano evolversi nel contesto delle tecnologie moderne, in un mondo sempre più interconnesso ma anche più vulnerabile”. (Demy Sessa)
“De Amicis fornisce un contributo di grande attualità relativamente alla comprensione della natura umana e offre molti elementi per riflettere su quanto e come, quella medesima natura, possa essere cambiata a seguito dell’uso di strumenti di comunicazione sempre più rapidi, diretti e aperti”. (Ugo Mancini)
Edmondo De Amicis (Oneglia, 1846-Bordighera, 1908), scrittore, giornalista e grande viaggiatore, comincia la sua carriera lavorativa come militare e in qualità di ufficiale nel 1866 prende parte alla Terza guerra d’indipendenza. Nel 1871 lascia l’esercito e si trasferisce a Torino, dove aderisce al socialismo (1891) e accentua il suo impegno sociale, come traspare dalle sue opere. Tra i suoi libri, vanno ricordati Spagna (1873), Olanda (1874), Ricordi di Parigi (1879), Cuore (1886), Il romanzo di un maestro (1890), Fra scuola e casa (1892), La maestrina degli operai (1895), La carrozza di tutti (1899), oltre al saggio linguistico L’idioma gentile (1905), con cui sostenne le scelte manzoniane.
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