L'Assessorato alla Cultura in
collaborazione con la libreria 'Chiara & Stefy' di Bachisio Medde
e con l'antiquario e scrittore Giulio Neri, presenta, nell'ambito
dell'edizione 2025 de 'Il Maggio dei libri', la rassegna
letteraria 'La Contrada del Guilcer' - narrazioni e raffigurazioni di
Sardegna
In calendario tre distinti incontri con gli autori:
In calendario tre distinti incontri con gli autori:
23 maggio 2025 ore 19:00 - Torre Aragonese
'Perchè il vento era nero' di Savina Dolores Massa, edizioni Il Maestrale 2024
Moderano Anna Maria Capraro e Angela Simula
Al centro esatto della costa occidentale della Sardegna, tra stagni, paludi, fiume e mare sorge la cittadina di Aristànis. Nelle campagne circostanti – in una villa seicentesca convertita ad orfanotrofio e appartenuta a Vandalino Casu – si svolgono le vite di un gruppo di suore e di orfani. Sono vite piegate a un destino incolore sotto lo sguardo vigile di un vescovo padrone; nascoste ai più ma talvolta esibite in cortei di orfani piangenti le spoglie dei passati a miglior vita. In un racconto che si dirama spezzando le barriere del tempo, la Grande Pianura del Campidano è testimone dello svolgersi di esistenze sospese tra verità, leggenda, cecità e visioni. Non ci si stupisca dunque di incontrare la Giudicessa Eleonora d’Arborea in insolite vesti nel ’900 o il cavallo Ti Giuro il cui nome racchiude una promessa. E neppure di conoscere Gianmaria Esposito, macchinista ferroviere autore di una strage di bambini in fuga sui binari proprio di fronte alla villa seicentesca. Sarà mai esistita Suor Dolores degli Angeli, figlia di un luminare degli occhi e direttrice dell’orfanotrofio? Se sì o no, in questa storia lei prorompe come una manta di mare in cielo. Vola sopra la villa ancora respirante nonostante le sue macerie e la dimenticanza imperdonabile di una città intera. A Tomaso e Lisabè, i soli sopravvissuti alla strage del treno, col loro amore tortuoso ma necessario, l’onere di smascherare le cecità dei viventi, tra cardi selvatici, ombre acquatiche, fanghi sotterranei, intrighi nascosti nel passato, nell’indiscutibile incanto di un vento nero d’Isola.
Modera Giulio Neri
Ci sono incontri che cambiano per sempre il corso delle nostre esistenze. Ci sono perdite che sembrano portare via con sé tutta la luce del mondo. C’è un significato nelle nostre vite che solo dopo una lunga ricerca possiamo comprendere. Nuoro, primi anni Sessanta: in una Sardegna popolata di cavalieri, pastori e leggende la giovanissima Rechella scopre l’amore grazie all’incontro con Martino, un ragazzino dalla fantasia fervida, capace di prodigi come quello di alzarsi in volo e spingere lo sguardo fino al mare. Martino è stato abbandonato dai genitori e vive con sua nonna Jaja, donna rispettata e temuta, narratrice di storie favolose, che nella sua cantina nasconde qualcosa di oscuro e potente. Il cupo fascino che Jaja promana è così forte che Rechella ne è sedotta: solo dopo molto tempo e troppo dolore inizierà a intuirne la natura malvagia, a capire che essa può assumere sempre nuove forme, a decidere che la sua missione sarà fermarla. La voce di Ciriaco Offeddu ci accompagna in una grande avventura che dalla Sardegna magica e ventosa ci porta fino all’Argentina malinconica degli emigrati, seguendo il destino di donne e uomini dominati da passioni estreme, amori e odi che non si spengono. A fronteggiarsi sono due opposti modelli di femminilità, quello della sùrbile – maestosa incarnazione leggendaria di colei che, come una vampira, succhia le migliori energie di chi le sta vicino – e quello di una donna innamorata, determinata a vendicare e salvare la “stella” perduta della sua vita. Istella mea è un romanzo nel quale la tradizione letteraria del realismo magico si mescola a una riflessione dolente sul male e sulla possibilità del bene. Ma è soprattutto una grande avventura in cui cadere, come in un sogno.
Ci sono incontri che cambiano per sempre il corso delle nostre esistenze. Ci sono perdite che sembrano portare via con sé tutta la luce del mondo. C’è un significato nelle nostre vite che solo dopo una lunga ricerca possiamo comprendere. Nuoro, primi anni Sessanta: in una Sardegna popolata di cavalieri, pastori e leggende la giovanissima Rechella scopre l’amore grazie all’incontro con Martino, un ragazzino dalla fantasia fervida, capace di prodigi come quello di alzarsi in volo e spingere lo sguardo fino al mare. Martino è stato abbandonato dai genitori e vive con sua nonna Jaja, donna rispettata e temuta, narratrice di storie favolose, che nella sua cantina nasconde qualcosa di oscuro e potente. Il cupo fascino che Jaja promana è così forte che Rechella ne è sedotta: solo dopo molto tempo e troppo dolore inizierà a intuirne la natura malvagia, a capire che essa può assumere sempre nuove forme, a decidere che la sua missione sarà fermarla. La voce di Ciriaco Offeddu ci accompagna in una grande avventura che dalla Sardegna magica e ventosa ci porta fino all’Argentina malinconica degli emigrati, seguendo il destino di donne e uomini dominati da passioni estreme, amori e odi che non si spengono. A fronteggiarsi sono due opposti modelli di femminilità, quello della sùrbile – maestosa incarnazione leggendaria di colei che, come una vampira, succhia le migliori energie di chi le sta vicino – e quello di una donna innamorata, determinata a vendicare e salvare la “stella” perduta della sua vita. Istella mea è un romanzo nel quale la tradizione letteraria del realismo magico si mescola a una riflessione dolente sul male e sulla possibilità del bene. Ma è soprattutto una grande avventura in cui cadere, come in un sogno.
25 maggio 2025 ore 19:00 - Torre Aragonese
'Tramuda' di Antonangelo Liori, edizioni Abba' 2021
Modera Paola Flore
Per i ragazzi desulesi la transumanza costituiva il punto di passaggio dall’infanzia all’età adulta,non essendo l’adolescenza un concetto conosciuto. Ed era soprattutto il momento obbligato per costituire in popolo un insieme di persone: sei mesi di inverno rigido, infatti, non avrebbero consentito la sopravvivenza di pecore e pastori. Da tempi immemorabili i desulesi nel mese di novembre portavano le greggi a svernare nei pascoli caldi delle pianure per fare rientro a casa dopo il 20 maggio. In un libro a due registri – parole e immagini appaiate – Antonangelo Liori e Francesco Pintore hanno raccontato questo mondo magico e duro, incantato e tragico grazie al quale si è costruita la cultura del centro barbaricino, i cui abitanti si sono insediati stabilmente in quelle stesse pianure nelle quali si rifugiavano un tempo per sfuggire ai rigori della neve.
Gli autori hanno raccontato la storia e le storie nel segno dell’ultima transumanza della Sardegna, segnata dalla famiglia Locci nel solco della millenaria tradizione desulese.
'Tramuda' di Antonangelo Liori, edizioni Abba' 2021
Modera Paola Flore
Per i ragazzi desulesi la transumanza costituiva il punto di passaggio dall’infanzia all’età adulta,non essendo l’adolescenza un concetto conosciuto. Ed era soprattutto il momento obbligato per costituire in popolo un insieme di persone: sei mesi di inverno rigido, infatti, non avrebbero consentito la sopravvivenza di pecore e pastori. Da tempi immemorabili i desulesi nel mese di novembre portavano le greggi a svernare nei pascoli caldi delle pianure per fare rientro a casa dopo il 20 maggio. In un libro a due registri – parole e immagini appaiate – Antonangelo Liori e Francesco Pintore hanno raccontato questo mondo magico e duro, incantato e tragico grazie al quale si è costruita la cultura del centro barbaricino, i cui abitanti si sono insediati stabilmente in quelle stesse pianure nelle quali si rifugiavano un tempo per sfuggire ai rigori della neve.
Gli autori hanno raccontato la storia e le storie nel segno dell’ultima transumanza della Sardegna, segnata dalla famiglia Locci nel solco della millenaria tradizione desulese.
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