Naomi Slade
ORTENSIE
Le più belle varietà per casa e giardino
(titolo originale Hydrangeas: Beautiful varieties for home and garden, Pavillon 2020)
fotografie di Georgianna Lane
Guido Tommasi editore
collana Germogli
maggio 2025
pp. 240 illustrate, euro 29
ISBN 9788867534371
Fiore dalle mille sfaccettature, l’ortensia non smette mai di sorprendere e di stupire. Camaleontica e multiforme, passa da un fresco e vibrante bocciolo a un fiore languido e misterioso senza perdere nemmeno un po’ del suo fascino.
E anche se in passato ci sono stati dei periodi in cui non sono state universalmente amate, ormai le ortensie sono entrate di diritto nel novero delle piante più apprezzate, al di sopra delle mode dettate dalle tendenze o da questo o quel personaggio famoso – le riviste americane e la celebre conduttrice televisiva Martha Stewart, ad esempio, le adorano, mentre si dice che Madonna, la leggenda indiscussa del pop, le detesti.
Scoperte ma inizialmente poco applaudite, trascurate negli storici trattati di botanica e regalate solo come seconda scelta anche da coloro che avrebbero invece potuto e dovuto apprezzale, le ortensie sono lentamente risorte dalle loro ceneri come una fenice, un brutto anatroccolo che con il passare del tempo si è trasformato in uno splendido cigno. A contribuire alla loro rinascita è stata senz’altro la loro versatilità: perfette nelle fioriere o come piante da appartamento, si adattano alla floristica di tutti i tipi, e in giardino sono in grado di compiere vere e proprie magie paesaggistiche... ortensie grandi come arbusti ammorbidiscono i terreni sconnessi e per impatto competono con gli alberi, ortensie utilizzate come aggiunta di classe in una bordura mista, ortensie con fioriture sontuose che si mettono in luce come piante principali, e ortensie coltivate per le loro proprietà virtuose in fatto di pulizia e di scarsa manutenzione, perfette sia per i giardini urbani sia per i piccoli spazi.
Dotato di uno splendido apparato iconografico, che mette in risalto tutta la loro bellezza, questo libro si concentra sulle più belle varietà di ortensie recise e da coltivazione, presentandone nel dettaglio oltre 50 varietà e dando preziosi consigli sulla messa a dimora, la coltivazione e la cura di questa vera e propria meraviglia della natura. Quindi cosa state aspettando? Immergetevi in questo caleidoscopico volume e uscitene ammaliati!
Un estratto
Le ortensie sono piante universalmente note. Apprezzate come arbusti o esemplari da vaso, sono lodate nelle pagine patinate delle riviste e coccolate sui social media. Tuttavia, nonostante la loro attuale diffusione e popolarità, le ortensie non sono arrivate sulla scena botanica con clamore. Al contrario, sono state lontane dai riflettori e si sono imposte piano piano. La loro è una storia che si inserisce in un contesto intrigante di colonialismo, politica ed esplorazione, commercio e diplomazia – o mancanza di essa. Sebbene oggi siano coltivate in tutto il mondo, dove il terreno e il clima lo consentono, le ortensie sono in realtà originarie di un ampio areale dell'Asia meridionale e orientale, tra cui Cina, Giappone e Corea, zone dell'Himalaya e dell'Indonesia. Inoltre, le due specie Hydrangea arborescens e Hydrangea quercifolia provengono dagli Stati Uniti. Molte altre sono autoctone in Messico e in Sud America, ma le si trova allo stato selvatico e non vengono coltivate. Alcune piante, tra cui magnolie, liquidambar, viburni e gigli, condividono questa ampia e diversificata distribuzione geografica, e si pensa che questa strana differenza sia dovuta alla separazione delle placche terrestri causata della deriva dei continenti. Finora sono state identificate circa 75 specie di ortensie e, sebbene la maggior parte di esse si trovi in Asia, ce ne sono decine ancora da scoprire, anche in Sud America.
Cacciatori di ortensie
La prima ortensia a essere coltivata
in Occidente fu la specie nordamericana Hydrangea arborescens,
arrivata in Inghilterra nel 1736 e che venne classificata dal famoso
ed esperto tassonomista svedese Carlo Linneo. All'inizio questo
genere non fece molto scalpore ma incominciò a essere apprezzata dai
botanici statunitensi. John Bartram era un uomo del suo tempo.
Agricoltore coloniale e padre di famiglia, lavorava molto e in
condizioni difficili, da pioniere, e per questo meritevole. Sebbene
poco istruito, il suo interesse per le piante era profondo; dedicò
una parte della sua fattoria a esemplari curiosi e utili per la
medicina, leggendo tutto ciò che poteva.
Infiorescenze
Infiorescenze
Mophead
Questa
tipologia di fiore è l'ortensia “classica”. Si racconta che il
suo nome sia dovuto alla somiglianza con un tradizionale mocio
lavapavimenti, ma a me sembra che sia simile anche a un berretto da
domestica, o mop hat – un copricapo vittoriano per la servitù che
aveva la forma di un ampio e rotondo cappello, ideato per tenere la
polvere lontana dai capelli. Cercate un mop hat e traete le vostre
conclusioni. Etimologia a parte, le mophead sono spettacolari palle
di neve di sepali sterili e non contengono quasi nessun fiore vero.
Possono essere sferiche o semisferiche, globose o globose
schiacciate. Poiché non c'è nulla da impollinare e da far morire,
questi fiori sono quanto più vicino all'immortalità possa esistere
per un organismo vegetale a fioritura annuale che vive per mesi,
spegnendosi gradualmente.
Lacecap
Più simili alle ortensie selvatiche, le
lacecap hanno un corimbo centrale arioso con piccoli fiori fertili
circondati da grandi “fiori” colorati. Quando i fiori veri e
propri vengono impollinati, si spengono lasciando solo l'anello
esterno. Di conseguenza questo tipo di infiorescenza è meno
d'impatto e dura meno a lungo delle altre varietà, ma è molto
spesso profumato. I fiori lacecap hanno anche un interessante
risvolto romantico: quando le notti diventano fresche e l'autunno
avanza, i grandi sepali posti lungo il perimetro passano dallo
sguardo rivolto verso il cielo a quello pudicamente rivolto verso il
basso, mentre il fiore appassisce. Il nome deriva dal piccolo
cappello a balze che ornava le teste ben pettinate delle cameriere
nelle grandi case dell'Ottocento (presumibilmente quelle di rango più
elevato, che dovevano essere viste dagli ospiti e quindi non erano
vestite per le mansioni di cucina). Nelle vecchie fotografie,
l'effetto ortensia della cuffia di pizzo circondata di ciocche di
capelli è più che appropriato.
Panicolo
L'infiorescenza a panicolo
è come un grappolo che si sviluppa su un asse principale da cui
dipartono molte ramificazioni sempre più brevi. Le specie Hydrangea
paniculata e Hydrangea quercifolia producono entrambe infiorescenze a
panicolo, ma sebbene gli eleganti fiori a forma di cono possono
sembrare piuttosto compatti, anch'essi sono composti da fiori sterili
e da grappoli di piccoli e soffici fiori fertili
Naomi Slade è una giornalista e divulgatrice inglese, autrice di diverse pubblicazioni botaniche nonché garden designer di fama e grande esperta botanica.
Collabora con numerose trasmissioni, riviste e media dedicati al giardinaggio e al lifestyle, sia come scrittrice sia come conduttrice. I progetti e la realizzazione dei suoi giardini sono stati più volte premiati e i temi delle sue installazioni puntano l’attenzione sull’ambiente generando sempre una grande eco.
Biologa di formazione, naturalista per inclinazione e grande amante delle piante da sempre, ha partecipato a programmi televisivi e radiofonici inglesi, tra cui il celebre Gardener’s World su BBC Two.
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