a cura di Marija Mitrović
SUL MARE BRILLAVANO VASTI SILENZI
Immagini di Trieste nella letteratura serba
traduzioni di Alice Parmeggiani, Silvio Ferrari, Rosalba Molesi
introduzione di Marija Mitrović
Vita Activa Nuova
collana La rosa dei venti
dicembre 2024
pp. 248, € 18,00
ISBN 9791280771322
Perché presentare Trieste vista dai vicini? Perché di queste ricche testimonianze non si sa nulla, e non ne sa nulla neppure la città stessa alla quale le testimonianze si riferiscono. Eppure sono numerose e interessanti.
Spesso a un livello invidiabile dal punto di vista estetico. Nei libri sull’immagine e l’identità̀ di Trieste la presenza della comunità serba non si menziona, anche se i ricchi commercianti serbi costruirono in città una chiesa ortodossa e numerosi grandi palazzi sul Canale. Quale rapporto si può creare tra l’immagine della città consolidata da numerosi documenti scritti serbi e l’immagine letteraria che la città stessa aveva creato per la propria identità? Innumerevoli volte i visitatori di Trieste, non solo gli Slavi dei Balcani ma i viaggiatori in generale, descrivono la bellezza che si offre dallo spiazzo panoramico accanto all’obelisco di Opicina. Il panorama e il fatto che Trieste è una città sul mare per di più un grande porto, affascina soprattutto coloro che provengono dall’area continentale; per molti degli autori l’incontro con Trieste è in primo luogo un incontro con il mare e il paesaggio mediterraneo. Trieste ha richiamato il maggior numero di viaggiatori serbi soprattutto dal 1860 al 1890, quello di maggior fulgore. La costruzione del castello Miramare coincise con gli anni di grande sviluppo della città: nel 1857 venne costruita la ferrovia fino a Vienna; con l’apertura del canale di Suez (1869 - su progetto di Revoltella) Trieste diventa la “porta orientale” di tutto il continente. Attorno al 1870 è uno dei sette maggiori porti al mondo, il secondo sul Mediterraneo.
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