mercoledì 30 aprile 2025

Anna Martellotti - LA CUCINA NORMANNOARABA ALLA CORTE DI GUGLELMO II DI SICILIA - Olschki

 
Anna Martellotti
LA CUCINA NORMANNOARABA ALLA CORTE DI GUGLELMO II DI SICILIA
Indagine storico-filologica sui ricettari Normanni

Olschki
collana Iter gastronomicum, 2
2024
pp. vi-384, € 39
ISBN 9788822268952

Il raffronto dei ricettari Normanni con la manualistica araba evidenzia la derivazione diretta delle preparazioni dalla gastronomia arabopersiana, adeguata ai gusti occidentali in un’isola che conserva ancora le tracce del passato musulmano: e questo permette di collocarne la redazione alla corte di Guglielmo II di Sicilia intorno al 1177. Il successo dei ricettari è dimostrato dalla diffusione delle pietanze normannoarabe nell’Europa tardo-medievale: le sontuose vivande da essi proposte raggiunsero immediatamente l’Inghilterra, mentre nel meridione d’Italia anche la trattatistica sveva aggiungeva ulteriori piatti arabi; è dunque possibile affermare che nel corso del Trecento la nuova cucina speziata e zuccherata unificava l’intero continente.

Anna Martellotti , filologa, già professore associato presso l’Università di Bari, si interessa da tempo di gastronomia medievale (Libro di buone vivande, Fasano, Schena, 1991), con particolare attenzione ai contatti con il mondo arabo (Il Liber de ferculis di Giambonino da Cremona, Fasano, Schena, 2001) e alla prima cucina italiana (I ricettari di Federico II, Olschki, 2005).
Con Elio Durante si dedica da svariati lustri alla indagine su fatti, persone e cose pertinenti al mirifico mondo poetico-musicale della Ferrara di Alfonso II, pubblicando numerose monografie di argomento musicale e letterario (Firenze, S.P.E.S.), oltre a ristampe anastatiche ed edizioni moderne di opere musicali a cui si è recentemente aggiunto «Giovinetta peregrina». La vera storia di Laura Peperara e Torquato Tasso, Olschki, 2010. - (gennaio 2015) 

Carlo Emilio Gadda, Alessandro Bonsanti - «SONO IL PERO E LA ZUCCA DI ME STESSO» - Olschki

 
Carlo Emilio Gadda, Alessandro Bonsanti
«SONO IL PERO E LA ZUCCA DI ME STESSO»
Carteggio 1930-1970
a cura di Roberta Colbertaldo
premessa di Gloria Manghetti
con una testimonianza di Sandra Bonsanti
Olschki
collana Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux. Studi, 31
2020
pp. xlvi-344. con 24 tavv. f.t., € 35
ISBN 9788822267191

Per quarant’anni, a partire dal 1930, Alessandro Bonsanti e Carlo Emilio Gadda intrattennero un fittissimo scambio epistolare: ne restano oltre 300 lettere, in gran parte finora inedite, che documentano un sodalizio tra i più significativi del Novecento letterario italiano, mettendo in luce il percorso biografico letterario-editoriale di Gadda insieme al ruolo fondamentale svolto da Bonsanti nel sostenerlo, e sollecitarlo a scrivere. Un’amicizia che perdura intatta tra le difficoltà della vita quotidiana e le tragedie della storia, in un’Italia che dai tetri anni del fascismo si evolve verso una faticosa e frastornante modernità.
Il volume, a cura di Roberta Colbertaldo, corredato di indici e di illustrazioni, esce presso la casa editrice Olschki nella collana ‘Studi’ del Gabinetto Vieusseux. Con questa pubblicazione, il Vieusseux porta a compimento il lungo lavoro di cura e ordinamento di un importante nucleo di carte del Fondo Gadda. Il Fondo, affidato da Gadda a Bonsanti alla fine degli anni Quaranta, e da Bonsanti conferito all’Archivio Contemporaneo che oggi porta il suo nome, è stato sottoposto nel tempo a un raffinato restauro dopo i danni che aveva subito nell’alluvione del 1966.

Alessandro Bonsanti (Firenze, 25 novembre 1904 – Firenze, 18 febbraio 1984) è stato uno scrittore e politico italiano. Alessandro Bonsanti, scrittore e operatore culturale, nasce a Firenze. Giovanissimo, dopo aver completato gli studi, si trasferisce per lavoro a Milano, dove per tre anni lavora come impiegato in un istituto bancario cittadino, collaborando nel frattempo alla rivista La Fiera Letteraria, dove pubblica il suo primo racconto Briganti in Maremma. Tornato a Firenze, entra in contatto con l'ambiente letterario che animava Solaria (la rivista europeizzante, esistita dal 1926 al 1936) di cui è stato collaboratore e direttore, pubblicando Racconto militare (1927) La serva amorosa (1929) e I capricci dell'Adriana (1934), ripubblicati in Racconti lontani 1962, testi del passato che hanno a che fare con una lontana storia sociale. Nel 1937 Bonsanti fonda e assume la direzione di Letteratura, rivista che raccolse l'eredità di Solaria, nel frattempo chiusa. Nel 1941 assume la direzione del Gabinetto scientifìco-letterario Vieusseux, lasciata vacante da Eugenio Montale. È questo un incarico prestigioso, che Bonsanti tiene con grande disponibilità e fermezza, facendosi, per ben quarant'anni, promotore instancabile di varie iniziative culturali. Durante il periodo bellico pubblica due libri: Dialoghi e altre prose (1940) e Introduzione al gran viaggio (1944). L'anno successivo assume (fino al 1946) l'incarico di direttore del settimanale Il Mondo, da lui stesso fondato con Eugenio Montale e Arturo Loria. Altri suoi libri da ricordare sono: La vipera e il toro (1955) ed I cavalli di bronzo (1956). Negli ultimi anni gli interessi di Bonsanti si rivolgono anche alla politica attiva; in questo periodo si avvicina al Partito Repubblicano di Spadolini e nel 1983 viene eletto sindaco di Firenze, a capo di una giunta pentapartitica, incarico non portato a termine per la morte sopravvenuta l'anno successivo (1984). Alessandro Bonsanti è sepolto nel cimitero monumentale delle Porte Sante a Firenze.

Carlo Emilio Gadda (Milano, 14 novembre 1893 – Roma, 21 maggio 1973) è stato uno scrittore e poeta italiano. Ingegnere di professione, svolse la sua attività scrivendo al tempo stesso per la rivista Solaria. Dalla nativa Milano si trasferì a Roma dove collaborò a lungo con la Rai in programmi culturali.
Gadda ha segnato la narrativa del Novecento attraverso un impasto personalissimo di linguaggi diversi (dialetti, termini gergali e tecnici, neologismi) e un incessante stravolgimento delle strutture tradizionali del romanzo. È stato uno degli scrittori più originali di tutti i tempi anche per la satira della realtà contemporanea e per l'umorismo con cui stempera la pietà e la derisione per l'uomo moderno.
Nella sua opera più celebre Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, utilizzando il genere giallo, in una fusione straordinaria di italiano, molisano e romanesco, descrive un ambiente affollato e concentrato di avvenimenti, cose, suoni, odori, un garbuglio che riflette la situazione oscura e feroce degli anni del fascismo in cui è ambientata.

COMO, sabato 10 maggio: "FAKE NEWS E SOCIAL. Come difendersi dalla disinformazione dilagante" Un Convegno organizzato dal Premio Internazionale Città di Como allo Yacht Club.


 
XII PREMIO INTERNAZIONALE CITTÀ DI COMO
 
Sabato 10 maggio 2025
Yacht Club Como
dalle 9 alle 13
Convegno
 
FAKE NEWS E SOCIAL. Come difendersi dalla disinformazione dilagante
 
 
Il Premio Letterario Internazionale Città di Como si conferma come un vivace polo culturale attivo durante tutto l'anno. Attraverso incontri, presentazioni e appuntamenti dedicati al mondo del libro, della letteratura e all’attualità il Premio testimonia la sua costante volontà di promuovere la cultura e alimentare il dialogo tra autori, lettori e appassionati.
Il primo appuntamento del 2025 dal titolo "Fake news e social. Come difendersi dalla disinformazione dilagante” si terrà sabato 10 giugno allo Yacht Club di Como dalle 9 alle 13.
 Interverranno:
·  Lorenzo Montali (Università di Milano-Bicocca, Presidente CICAP): Perché crediamo ai complotti: una lettura psicosociale
·  Paolo Attivissimo (Giornalista scientifico): Come difendersi dalle bufale sui social
·  Federico Pennestrì (IRCCS Osp. Galeazzi S.Ambrogio - Univ. V.S. Raffaele): Perché non crediamo più nella scienza
·  Marco Valle (Giornalista e storico): Falsi e complotti nella storia
·  Mario Guidotti (Neurologo): Fake news in medicina sui social
 
Dichiara Giorgio Albonico (nella foto), fondatore e presidente del Premio; Nell'era digitale, le piattaforme social hanno rivoluzionato il modo in cui consumiamo e condividiamo informazioni. Tuttavia, questo panorama in continua evoluzione ci pone di fronte a una sfida senza precedenti: la diffusione delle fake news. Le notizie false possono avere conseguenze devastanti sulla nostra società, dalla manipolazione dell'opinione pubblica alla minaccia della democrazia. Durante questo convegno, esploreremo le strategie più efficaci per contrastare le fake news, dalle motivazioni psicosociali per cui crediamo più facilmente a notizie false e complotti, a come difenderci sui social valutando attentamente le fonti, a perché abbiamo perso fiducia nella scienza e in particolare nella medicina ufficiale, fino a parlare delle più clamorose bufale nella storia. Saranno presenti relatori di spicco nel campo delle scienze sociali, della comunicazione, del giornalismo e della scienza che condivideranno le loro esperienze e conoscenze per aiutarci a comprendere meglio questo fenomeno e a trovare soluzioni concrete. Speriamo che questo convegno possa essere un'occasione importante per riflettere sulla nostra responsabilità collettiva nella lotta contro le fake news e per costruire un futuro più informato e più critico.
 

INGRESSO LIBERO
Per prenotazioni scrivere a info@premiocittadicomo.it Fino ad esaurimento posti


Mathijs Deen - IL FIUME INFINITO - Iperborea

 
Mathijs Deen
IL FIUME INFINITO
Storie dal regno del Reno

(titolo originale De grenzeloze rivier. Verhalen uit het rijk van de Rijn,2021)
traduzione di Chiara Nardo
Iperborea
collana Gli Iperborei / 397
aprile 2025
pp. 416, euro 20
ISBN 9788870916973


«Il Reno c’è sempre stato.» Entità arcana, non ha un inizio né una fine. È inutile cercarne le sorgenti nelle nevi alpine, perché le sue acque sono fatte di pioggia e di tutti i fiumi, ruscelli e rigagnoli del suo regno. Inutile anche risalire alle sue origini nel tempo, perché la storia geologica, con i suoi terremoti e nubifragi, le sprofondano in un momento indefinito in cui le Alpi non erano ancora emerse dal mare. Così, dopo una carrellata in time-lapse degli sconvolgimenti geologici tra il Mesozoico e il primo Cenozoico, per fare il ritratto del Reno Mathijs Deen rivolge lo sguardo ai suoi remoti abitanti – esseri umani ma anche ippopotami, tapiri, elefanti – trasformando la Storia in storie: l’avventura di una povera femmina di salmone di tre milioni d’anni fa che risale il fiume per deporre le uova e trova tutto cambiato; la vita, la malattia e la morte della «ragazza di Steinheim», l’essere umano più antico vissuto sul Reno di cui ci sia traccia; ma anche le storie di un fiume teatro di guerre, dai successi romani contro i frisi e i cauci fino all’orrore negli occhi di un capitano tedesco che, il 7 marzo 1945, vede gli americani assaltare il ponte a Remagen; e la felicità di due abitanti dell’ex DDR quando finalmente visitano la rupe della ninfa Lorelei cantata da Heine. In un intreccio di storia, reportage e spunti autobiografici, la scrittura «vaga in quella terra di nessuno tra l’uomo e la natura, la fantasia e la scienza», e l’autore, «piccola presenza accidentale» nell’enorme meccanismo senza vita della natura, si lascia affascinare dal lavorio incessante dell’umanità sulle sponde del Reno, mentre lui, il Reno, scorre indifferente verso il mare.
 
L'incipit
Era giovedì 13 settembre 2018, e su un promontorio della piccola isola mediterranea di Lissa c’erano lunghe tavole apparecchiate. Tra le conifere erano appesi festoni di lampadine. Il sole era tramontato, l’occidente rifletteva l’ultimo bagliore di luce. Mia figlia si era appena sposata ed ero a tavola di fronte a lei. L’uomo alla mia sinistra, che si chiama Ed, si era appena seduto dopo aver fatto un brindisi agli sposi. Oltre a essere il patrigno inglese di mia figlia, Ed è anche geologo. Bicchiere in mano, aveva esordito osservando che ci trovavamo tutti su un’isola dell’Adriatico di cui dal punto di vista geologico si potevano dire molte cose interessanti, ma si sarebbe trattenuto perché non era questo il motivo per cui eravamo lì. «Stasera», rassicurò gli ospiti, «siamo tutti qui per festeggiare gli sposi.» Seguì un discorso con le battutine di rito, che si concluse con la confessione che lui, benché non l’avesse mai espresso a parole, voleva bene a mia figlia e le augurava tutta la felicità del mondo. «Non male», gli dissi in un mezzo tentativo di understatement britannico quando tornò a sedersi. Lui ridacchiò. Vent’anni prima aveva sposato la donna da cui avevo divorziato. Per via del suo lavoro si era portato la mia ex e mia figlia al di là del mare, in Scozia, e adesso eccoci qui. Io avevo già fatto il mio discorso per la sposa, e avevo strappato qualche lacrima. Lui invece strappò risate. «Volevo chiederti una cosa», dissi, cercando di tenere viva la conversazione, «sto scrivendo un libro sul Reno. E visto che siamo qui a parlare di cose della vita» – feci un cenno verso gli sposi – «immagina che il fiume sia un personaggio, con una vita e una morte…» Per un istante fui distratto da mia figlia, che avendo frainteso il mio cenno mi rispose sollevando il calice. Come un sol uomo io e Ed prendemmo il bicchiere per brindare alla sposa. Lei sorrise, sorridemmo anche noi. «Immagina che il Reno sia un personaggio», ripresi quando mia figlia distolse l’attenzione, «e che quindi abbia una nascita e una morte.» Ed annuì, posò il bicchiere e guardò il piatto. «Se è un bambino», dissi, «si può immaginare che sia un figlio delle Alpi, visto che è lì che nasce. Ma queste Alpi non sono sempre esistite. Raccontami come si sono formate, tu che sai queste cose. Come se fossimo stati lì presenti.»

Mathijs Deen è uno scrittore e giornalista olandese, autore di reportage, documentari, programmi radiofonici, saggi narrativi, racconti e romanzi che gli sono valsi importanti riconoscimenti di pubblico e critica. Iperborea ha pubblicato Per antiche strade, che combina ricerca storica, diario di viaggio e racconto, e il romanzo La nave faro.

Antoine de Saint-Exupéry - LETTERE ALLA MADRE - Elliot

 
Antoine de Saint-Exupéry
LETTERE ALLA MADRE
(titolo originale Lettres à sa mère [1910-44] , 1955)
traduzione di Lidia Ravelli
Elliot
maggio 2025
pp. 204, € 20.00
ISBN n/d


Le Lettere alla madre costituiscono una raccolta di 110 lettere scritte da Saint-Exupéry nel corso della vita: abbracciano un arco temporale di più di trent’anni, da quando, bambino, si trasferisce al collegio di Le Mans insieme al fratello, all’ultima lettera del luglio del 1944, poco prima della sua tragica scomparsa. Con grande semplicità e immediatezza, quest’opera offre al lettore una chiave interpretativa unica dell’universo interiore dell’autore del Piccolo Principe, accompagnandolo alla scoperta non solo delle vicissitudini della sua vita movimentata ma anche e soprattutto dei suoi sentimenti – dal fortissimo attaccamento alla madre, definita «grande riserva di serenità», alla fascinazione per il volo, al senso di vuoto e solitudine che rimasero sempre sullo sfondo della sua esistenza.
 
Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944), scrittore e aviatore francese, autore del celeberrimo Piccolo principe e noto anche per i suoi racconti sul mondo dell’aviazione tra cui Volo di notte, Terra degli uomini (Elliot, 2016), Lettera a un ostaggio (Elliot, 2014) e L’aviatore. Scomparve in volo durante una missione di ricognizione fra la Sardegna e la Corsica, probabilmente colpito da un aereo della Luftwaffe. Nel 1959, Marie de Saint-Exupéry donò le lettere del figlio agli Archivi di Francia, ove sono tuttora conservate. Questa edizione segue l’edizione rivista e ampliata Gallimard del 1984. Dell'autore Elliot ha anche pubblicato Lettere a una sconosciuta (2024).

Kristina Jacobsen - SING ME BACK HOME - NeoClassica

 
Kristina Jacobsen
SING ME BACK HOME
Songwriting etnografico e politica della lingua sarda

(titolo originale Sing Me Back Home: Ethnographic Songwriting and Sardinian Language Politics, University of Toronro Press, 2024)
traduzione di Antonio Gambacorta
NeoClassica
febbraio 2025
pp. 208, euro 25
ISBN 9788893740821


Ambientato in Sardegna, Sing Me Back Home esplora la lingua e la cultura attraverso la scrittura di canzoni come metodo etnografico. Dopo tredici mesi di lavoro etnografico sul campo durante i quali ha scritto canzoni con musicisti, artigiani, pastori, poeti e attivisti linguistici sardi, Kristina Jacobsen si chiede: Come vengono narrate le vite e le ideologie linguistiche sarde sullo sfondo della musica americana?
Il libro mostra come i musicisti sardi cantino la loro storia tra le righe. Rivela come le canzoni sarde diventino un sito di trasduzione in cui, attraverso il processo di scrittura, registrazione ed esecuzione delle canzoni, l’energia di un genere musicale e di una cultura linguistica venga sfruttata per indicarne un altro molto più vicino a casa.
Sing Me Back Home è accompagnato da canzoni originali scritte e registrate sul campo, con collegamenti alle canzoni in ogni capitolo. Include suggerimenti per la composizione di canzoni e testi, un glossario di termini chiave e fotografie dal campo. Attingendo al lavoro della ricerca critica collaborativa, dell’auto-etnografia, dell’antropologia pubblica, della ricerca basata sulle arti e della poesia etnografica, questa etnografia sensoriale offre nuovi modi per ascoltare la cultura attraverso storie e canzoni.

Kristina Jacobsen, nata ad Albuquerque nel 1978, è una antropologa e cantautrice che ha vissuto e lavorato nella Nazione Navajo per vent’anni. Come artista e studiosa Fulbright, ha vissuto in Italia per due anni (Trento e Sardegna); ha tenuto concerti e conferenze negli Stati Uniti, in Danimarca, Svezia, Italia, Cipro e negli Emirati Arabi Uniti. È professoressa associata di etnomusicologia e antropologia presso l’Università del New Mexico.

lunedì 28 aprile 2025

Lidia Calabrò - FORMARE AL CODICE ETICO - NeP

 
Lidia Calabrò
FORMARE AL CODICE ETICO
Analisi strutturale, linguistica e contenutistica di un corpus di codici etici universitari della zona euro

NeP edizioni
collana Diritti umani, Sicurezza e Diritto del lavoro
aprile 2025
pp. 360, euro 22
ISBN 9788855003919


Una ricerca che riguarda l’analisi comparativa di codici etici universitari della zona euro a
partire dal codice cardine della MCU (Magna Charta Universitatum).
L’autrice, docente universitaria, si interroga sull’esistenza di una struttura univoca e uniforme
per la progettazione e creazione di un codice etico, nonché sulla completezza dei codici in
merito alla presenza delle parole-chiave e al loro significato interno alle singole istituzioni.
Inoltre, i codici, così strutturati, sono utili al buon funzionamento dell’istituzione universitaria?
Per poter rispondere si è proceduto, prima di tutto, con lo stato dell’arte dei codici etici
universitari. È stato poi affrontato il tema della corruzione accademica e sono state definite le
parole chiave utilizzate per l’analisi, svolta considerando la struttura, gli aspetti linguistici e i
contenuti.
Il bilancio complessivo mette in luce che i codici non sono né completi né chiari e, di
conseguenza, risultano inutili alla comunità universitaria, a meno che non si attui un percorso
formativo su vari ambiti. Per la stesura è stata proposta una griglia di valutazione per i codici
già esistenti, che può essere utilizzata anche per redigerne interamente di nuovi.
Una riflessione sulla pratica etica e sui codici, in particolare, che non vuole essere un obbligo
all’obbedienza tout court, ma uno stimolo alla riflessione personale e collettiva, per
aumentare la consapevolezza sulle azioni intraprese (o da intraprendere) e per migliorare il
proprio lavoro in relazione a quello degli altri.
La collana “Diritti umani, Sicurezza e Diritto del lavoro”, diretta da Oriana Ippoliti, che al suo
interno ospita approfondimenti e studi sui diritti umani internazionalmente riconosciuti, della
sicurezza e del diritto del lavoro, con particolare riferimento a quelli riguardanti il lavoro in tutti
i suoi aspetti. La collana si suddivide in tre sezioni tematiche e una sezione di genere (con
contenuti trasversali): “Diritti umani”, “Sicurezza”, “Diritto del lavoro” e infine “Convegni e
Studi”.

Un estratto

La nascita dell'Università in Europa: il quadro storico
Prima di arrivare al cuore dell’indagine relativa all’analisi dei codici di 20 università della Zona Euro, è bene fare un accenno a come sia nata l’Università in Europa, a quali fossero le caratteristiche e gli scopi e come si sia sviluppata nel tempo per arrivare ai fini e agli obiettivi che oggi la stessa Università si propone di raggiungere nei singoli Stati membri della Zona Euro unitamente all’apporto e al sostegno del Consiglio Europeo, della Commissione europea e del Consiglio d’Europa.
Tra l’XI e il XII secolo si risveglia nell’Europa Occidentale l’interesse per gli studi, ma in una forma nuova rispetto a quanto promosso dalle scuole esegetiche dei luoghi di istruzione di stampo teologico: autonomia e universalità sono le due caratteristiche principali che danno il via alla costituzione delle vere e proprie università come le concepiamo noi oggi. La prima università in Europa nasce a Bologna nel 1088 come primo Ateneo ufficiale, fondata dagli stessi studenti che scelgono e pagano direttamente i loro docenti. Nel 1158 nascono i “rettori” in qualità di capi riconosciuti. Nel 1252 vengono pubblicati i primi statuti; al 1888 risale, invece, la data convenzionale della nascita dell’Alma Mater Studiorum, cioè l’università di Bologna. Nello stesso periodo in cui nasce l’università di Bologna, si evidenzia una significativa presenza di studenti anche a Salerno, a Parigi e a Oxford. Ciò è dovuto prevalentemente al fatto che gli studiosi iniziano a spostarsi nel continente europeo con una certa facilità. Per arrivare poi a circa ottanta università in Europa all’inizio del XVI secolo. Le associazioni studentesche inizialmente chiamate Nationes prendono poi il nome di Universitas fino ad arrivare ad indicare tutta l’istituzione accademica; non solo più Universitas scholarium, ma Universitas magistrorum et scholarium. A partire dalla metà del XIII secolo l’università inizia ad avere una struttura simile a quella che conosciamo noi oggi poiché si istituiscono quattro Facultates: 1) Arti liberali - dette del trivium (Grammatica, Retorica e Logica) e del quadrivium (Geometria, Aritmetica, Astronomia e Musica) -; 2) Diritto; 3) Medicina; 4) Teologia. Per quanto riguarda la didattica, la lezione – lectio – è formata da due momenti: la quaestio e la disputatio. I gradi accademici che si possono raggiungere sono 3: il baccalaureato, la licenza e il dottorato.
Questi 3 gradi accademici sono rimasti invariati per quanto riguarda la nomenclatura nelle università pontificie (es. la stessa Pontificia Università Gregoriana presa in considerazione nell’analisi) e rimane in parte in qualche università europea (es: Baccalauréat o Bachelor of Arts) mentre nel resto d’Italia la nomenclatura è cambiata mano a mano che sono cambiate le normative a livello Ministeriale passando dalla Laurea quadriennale a quella triennale o laurea di primo livello e alla Laurea Magistrale o di secondo livello che corrisponde, quest’ultima, al Master of Arts o Master of Science (MA/MSc) nelle università europee. Ritornando alla vita accademica degli inizi, tutti coloro che partecipano della vita universitaria eleggono i rettori, i procuratori e i vicecancellieri e organizzano il calendario annuale in modo da svolgere le proprie attività. Nel XIII e XIV secolo le università puntano su alcune caratteristiche fondamentali: 1) un’ampia circolazione della cultura; 2) una significativa mobilità docente; 3) una legislazione che mira a proteggere gli studi. Questi tre elementi sono fondamentali in quanto ci fanno comprendere quali e quanto profonde siano le radici che stanno alla base delle scelte universitarie nell’Europa di oggi e che hanno portato alla nascita di progetti quali l’Erasmus e l’Erasmus +, Marie Curie e altri che permettono la mobilità di studenti e docenti al fine di migliorare le proprie competenze nelle discipline specifiche, le competenze trasversali (relazionali, sociali e digitali) e un continuo e costante aggiornamento attraverso i programmi di Lifelong learning. Il programma Erasmus (acronimo di EuRopean Community Action Scheme for the Mobility of University Students) è stato creato nel 1987 per permettere la mobilità studentesca all’interno dell’Unione europea. Dal 2014 prende il nome di Erasmus + per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Le borse di studio Marie Curie promuovono, invece, la mobilità transnazionale, intersettoriale e interdisciplinare. Queste ultime sono diventate il principale programma dell’UE per la formazione dottorale, finanziando 25000 progetti di ricerca di dottorato e post-dottorato. Il Lifelong learning programme è stato stabilito dal Consiglio d’Europa come programma che prevede il costante e continuo apprendimento lungo tutto il percorso della vita, che si traduce concretamente in corsi di formazione e aggiornamento continui. Alla fine del XIV secolo le università iniziano a manifestare la propria autonomia e scardinano l’idea che debba esserci una gerarchia in merito alle discipline poiché fino a quel momento la teologia aveva avuto il primato sulle altre. (…)

Lidia Calabrò è docente di lingua inglese nella scuola secondaria di II grado. Ha conseguito un dottorato in Scienze Sociali con indirizzo in Etica Pubblica presso la Pontificia Università Gregoriana. È specializzata nell’insegnamento dell’italiano a stranieri. Ha collaborato con varie università italiane e straniere per l’insegnamento dell’italiano L2/LS. Dal 2018 insegna Didattica delle Lingue Moderne e Didattica Applicata delle Lingue Moderne presso l’UNINT (Università degli Studi Internazionali di Roma) e dal 2023 tiene Laboratori di lingua inglese (III, IV e V) per il corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria di “Sapienza” Università di Roma. È autrice di diverse pubblicazioni sulla didattica dell’italiano a stranieri e sulla didattica generale.

domenica 27 aprile 2025

Thea Rimini - PERSONAGGI RESISTENTI - Treccani

 
Thea Rimini
PERSONAGGI RESISTENTI
L'immaginario letterario e cinematografico della lotta antifascista

Treccani
collana Vsioni / 60
aprile 2025
pp. 176, euro 18
ISBN 9788812012473


Un’energica popolana nella Roma occupata (Pina di Roma città aperta), un bambino entrato per gioco in una brigata partigiana (Pin del Sentiero dei nidi di ragno), un partigiano ventenne «brutto» ma con degli occhi «notevoli» (Milton di Una questione privata), una ragazza ebrea che gioca a tennis nel giardino di casa (Micòl del Giardino dei Finzi-Contini), una sedicenne costretta a fare i conti con il disagio postbellico degli ex combattenti (Mara di La ragazza di Bube). Alla vigilia dell’80° anniversario della Resistenza, queste potenti invenzioni narrative o cinematografiche continuano a rappresentare nel nostro immaginario l’idea di lotta antifascista nei suoi risvolti di mito e antimito, di collettivo e privato, nel suo proiettarsi verso il futuro o nel suo ripiegarsi sul passato. Pina, Pin, Milton, Micòl e Mara, i protagonisti resistenti di questo volume, sono un ineludibile termine di confronto per chi ha voluto raccontare la Resistenza negli anni Duemila. Se il discorso pubblico non sempre è riuscito a dare un’immagine plurale della lotta partigiana, la letteratura, il cinema e il fumetto hanno vinto la scommessa consegnandoci una variegata costellazione di personaggi, ai quali sarà affidato il difficile compito di continuare a raffigurare la guerra civile quando non ci saranno più testimoni capaci di farne memoria.

Un estratto

Pina o la Resistenza corale
Un assembramento, uomini e donne si accalcano e urlano. Li vediamo di schiena finché una di loro non si stacca dal gruppo e, esausta, porta una mano alla fronte: è la sora Pina, la popolana interpretata da Anna Magnani e protagonista di Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini. Film leggendario sull’occupazione nazista della capitale, Roma città aperta inizia a essere girato nel gennaio del 1945, quando la guerra era ancora in corso. Sono ben note le difficoltà materiali incontrate da Rossellini nella realizzazione del film con la pellicola che scarseggia, la corrente elettrica intermittente e gli studi di Cinecittà occupati dagli sfollati; ma è altrettanto noto come quelle costrizioni siano divenute le cifre espressive del neorealismo1, movimento polifonico che ha segnato la fine della guerra e il nostro dopoguerra e ci ha consegnato un patrimonio emotivo comune, ineguagliato negli anni successivi.
La scena appena descritta si colloca poco dopo l’inizio del film e racconta l’assalto al forno compiuto dagli abitanti per far fronte alla penuria di viveri. È l’inverno del 1944 ed è iniziata la liberazione dell’Italia da parte degli Alleati, ma non sono ancora arrivati nella capitale, che rimane sotto il controllo dei nazifascisti. Il popolo è stremato e nel rione popolare del Prenestino si organizza la resistenza partigiana. Capo della cellula del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) è l’ingegnere Giorgio Manfredi (Marcello Pagliero), comunista. Accanto a lui lottano il tipografo Francesco (Francesco Grandjacquet) e l’operaia Pina, prossimi alle nozze, e il prete don Pietro (Aldo Fabrizi), lontano dalla chiesa istituzionale ma portavoce di un ideale di umanesimo cristiano. Manfredi, Pina e don Pietro verranno uccisi dai nazisti, ma il loro sacrificio, come vedremo, contribuirà a costruire la nuova Italia.
Si diceva del gesto con cui scopriamo per la prima volta il personaggio di Pina. Quella mano portata alla fronte restituisce tutto il senso di spossatezza ed esaurimento della donna, ma il suo non è certo un atteggiamento rinunciatario. Al brigadiere che la soccorre alludendo alla sua condizione (poco dopo sapremo che è incinta) – «Sora Pina, ma è una pazzia nel vostro stato» – lei risponde con spirito battagliero: «Ma che devo mori’ de fame». E subito dopo inveisce contro una donna che la strattona: «Ma va a mori’ ammazzata».
Quella di Pina è un’indole ribelle che si accompagna però a un’istintiva solidarietà: al brigadiere repubblichino che si offre di portarle a casa la borsa pesante regalerà persino un paio di pagnotte conquistate con fatica. In lei i sentimenti hanno il sopravvento sulla fede e sulla ragione: confessa a don Pietro di vergognarsi di andare all’altare già incinta, ma si giustifica dicendo che a volte si fanno delle cose «senza pensarci», che lei era innamorata e Francesco un uomo onesto.
Del passato di Pina sappiamo pochissimo: è vedova, ha un figlio piccolo, Marcello, ma nulla viene detto sul padre del bambino o sulla sua morte. Pina è un personaggio che vive nell’azione. Non solo. La scelta di non soffermarsi sul passato di Pina risponde a una precisa esigenza di poetica: Rossellini intende raccontare il presente in presa diretta e annunciare il futuro, non tornare indietro al tempo già trascorso.
L’adesione di Pina alla lotta partigiana è istintiva, prima che ideologica o politica, e si accompagna ad ansie, dubbi, paure. Lo provano due momenti: il dialogo per strada con don Pietro e l’ultimo, intimo colloquio con Francesco sulle scale del loro palazzo. Accompagnando il prete, Pina professa la fede in Dio e rivendica la scelta di sposarsi in Chiesa benché sia incinta. D’altronde, continua, è meglio che il matrimonio sia celebrato da un prete come don Pietro piuttosto che da un ufficiale fascista. Nondimeno interroga il sacerdote: «Ma chi ce le farà dimentica’ tutte ’ste sofferenze, tutte ’ste ansie, ’ste paure! Ma Cristo non ce vede?». All’inizio il parroco le risponde da uomo di Chiesa: «Ma siamo sicuri di non averlo meritato questo flagello? Siamo sicuri di aver sempre vissuto secondo le leggi del Signore? […] Sì il Signore avrà pietà di noi, ma abbiamo tanto da farci perdonare. E per questo bisogna pregare, e molto perdonare».

Thea Rimini insegna Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Liegi. È autrice di diversi saggi su autori del secondo Novecento (Tabucchi, Bassani, Malaparte, Calvino), sulla relazione tra letteratura e cinema e sulla storia della traduzione tra Belgio e Italia, tra i quali Album Tabucchi. L’immagine nelle opere di Antonio Tabucchi (Sellerio, 2011), Arti transitabili. Letteratura e cinema (Cesati, 2020). Ha curato Tabucchi postumo. Da Per Isabel all’archivio Tabucchi della Bibliothèque nationale de France (Peter Lang, 2017), Giorgio Bassani, scrittore europeo (Peter Lang, 2018), Calvino, Tabucchi, et le voyage de la traduction (pup, 2022); e, insieme a Paolo Mauri, l’edizione delle opere di Tabucchi nella collana “I Meridiani” Mondadori (2018).

Andrea Carnevale, Giuseppe Sansonna - IL DESTINO DI UN BOMBER - 66thand2nd

 
Andrea Carnevale, Giuseppe Sansonna
IL DESTINO DI UN BOMBER
66thand2nd
collana Booksport
aprile 2025
pp. 156, euro 17,20
ISBN n/d


La vita di Andrea Carnevale sembra un romanzo. Comincia in un angolo di Sud rurale, «tra la via Appia e il West», dietro un pallone rincorso a piedi scalzi per non rovinare le scarpe buone. La sua giovinezza però è segnata da una terribile, duplice tragedia: la madre viene uccisa a colpi d’ascia da un marito folle, sul greto di un torrente vicino casa; e l’uomo qualche anno più tardi si suiciderà davanti ai propri figli. L’adolescente Andrea reagisce costruendosi una corazza, per arrivare col tempo, dopo aver lavorato duramente ed essersi fatto le ossa nelle categorie minori, a giocare nella Serie A più scintillante di sempre. Cresce e si ritrova in squadra con due marziani: prima Zico, nelle file dell’Udinese, poi Maradona, il fratello di una vita, nell’epoca d’oro del Napoli di Ferlaino. Seguono giorni e notti esaltanti, coppe e scudetti, assist e gol storici: risarcimenti di un destino altalenante che non smette mai di oscillare. Convocato finalmente come titolare per i Mondiali di Italia 90, Carnevale viene oscurato dalla meteora Schillaci. Sposa una bellissima della tv ed è ingaggiato dall’amata Roma, ma si impantana nel doping. Appese le scarpe al chiodo, si ritrova a essere incriminato per una vicenda di droga a cui è totalmente estraneo. Scagionato senza ombre, rinasce ancora una volta, e da oltre vent’anni gira il mondo per scovare giovani talenti da portare all’Udinese. Nei vari Sud del mondo, cerca occhi accesi di passione rabbiosa: ragazzi pieni di malinconia e carattere, un po’ come Andrea Carnevale.

Giuseppe Sansonna, classe 1977, è un autore e regista di Rai Cultura. Ha firmato libri e documentari dedicati, tra gli altri, a Zdeněk Zeman, Tomas Milian, Carmelo Bene, Mario Schifano. Dal 2019 scrive recensioni cinematografiche e saggi per «Linus». Nel 2016 ha pubblicato per minimum fax Hollywood sul Tevere, raccolta di biografie in chiaroscuro di alcune star dello spettacolo italiano.

Salvatore Mugno - NASCITA DELLA MAFIA - Navarra

 
Salvatore Mugno
NASCITA DELLA MAFIA
Navarra Editore
collana Officine
marzo 2025
pp. 475, euro 20
ISBN 9791281655324

Attraverso la ricerca e lo studio dei documenti reperiti dagli Archivi di Stato di Napoli, di Palermo, di Messina e di Trapani, Salvatore Mugno, ricostruisce l’azione di Pietro Calà Ulloa, Procuratore generale del Re, e per mezzo delle sue istruttorie, colma un grave vuoto intorno alla storia della mafia nelle sue documentabili fasi iniziali.
Nascita della mafia racconta ― per la prima volta, con un ampio saggio storico basato su documenti finora sconosciuti o mai utilizzati e con la ricostruzione di decine di vicende giudiziarie mai studiate e pubblicate ― la personalità e l'attività svolta in Sicilia (1838-1846) dal Procuratore generale del Re, Pietro Calà Ulloa (Napoli, 1801-1879), il primo operatore del diritto ad avere individuato, descritto e combattuto il fenomeno mafioso ante litteram nell'Isola; ricerca che va a colmare un grave vuoto intorno alla storia della mafia nelle sue documentabili fasi iniziali.
Il volume si compone per lo più di materiali inediti individuati e decrittati, nel corso di numerosi anni di indagine e di studio, negli Archivi di Stato di Napoli, di Palermo, di Messina e di Trapani.
L’autore descrive, in modo meticoloso, l'opera del magistrato sin dalle prime settimane del suo arrivo in Sicilia, rappresenta la condizione dell'Isola sotto il profilo giudiziario e criminale, l'iniziale manifestazione e incrostazione delle dinamiche mafiose, le varie azioni intraprese dal pubblico ministero campano, i suoi successi e le sue amarezze. In appendice sono raccolte comunicazioni e rapporti inediti di Ulloa sulla lotta alla criminalità organizzata e sulla realtà sociale e giudiziaria in Sicilia in quegli anni.

Salvatore Mugno, saggista e narratore, ha pubblicato tra i romanzi,  Opere terminali (Jaca Book, 2001), Il pollice in bocca (il Grandevetro, 2005); Il biografo di Nick La Rocca (Besa, 2005; Arcana Editrice, 2017), Il prof terrone (Margana Edizioni, 2017); tra i saggi, Mauro è vivo. L'omicidio Rostagno dieci anni dopo, un delitto impunito (Coppola Editore, 1998), Matteo Messina Denaro. Un padrino del nostro tempo (Massari Editore, 2011), Una toga amara. Giangiacomo Ciaccio Montalto la tenacia e la solitudine di un magistrato scomodo (Di Girolamo Editore, 2013).
Per Navarra Editore ha pubblicato Decollati. Storie di ghigliottinati in Sicilia (2019), Sentenze di ghigliottinati in Sicilia (2019) e I carnefici di Sicilia (2021).

a cura di Refaat Alareer - GAZA WRITERS BACK - Lorusso

 
a cura di Refaat Alareer
GAZA WRITERS BACK
Racconti di giovani autori e autrici da Gaza, Palestina

Lorusso editore
collana Zaatar
nuova edizione in ricordo di Refaat Alareer
aprile 2025
pp. 192, euro 18
ISBN 9791281462113


Un libro per ricordare Refaat Alareer, ucciso a Gaza il 6 dicembre 2023

E' uscita il 25 aprile, in occasione della liberazione dal nazifascismo, una nuova edizione di Gaza Writes Back, raccolta di racconti che dà voce alla resistenza quotidiana del popolo palestinese, in particolare dei giovani di Gaza. A curare la prima edizione, pubblicata negli Usa nel 2013 da Just World Books e in Italia nel 2015 da Lorusso Editore, fu Refaat Alareer, poeta, scrittore, professore universitario e instancabile animatore culturale, assassinato in un attacco mirato dell’esercito israeliano durante il genocidio di Gaza.
Nato nel 1979 e figura di riferimento per un’intera generazione di scrittori palestinesi, Refaat Alareer ha dedicato la vita a contrastare la narrazione egemonica che riduce i palestinesi a vittime passive o a minacce da eliminare. Lo ha fatto creando spazi di espressione, come il collettivo We Are Not Numbers, e curando antologie che sono diventate strumenti di resistenza culturale, come Gaza Writes Back (2013) e Gaza Unsilenced (2015).
In questa nuova edizione, introdotta dal giornalista e attivista palestinese-americano Ali Abunimah (The Electronic Intifada), vengono riproposti ventitré racconti scritti da quindici giovani autori e autrici della Striscia di Gaza. Storie che parlano di infanzia rubata, di amore e perdita, di dolore e speranza, ma soprattutto di dignità e di lotta. In appendice, le testimonianze degli stessi scrittori e scrittrici sul ruolo decisivo che Alareer ha avuto nella loro formazione umana e letteraria.
Gaza Writes Back è un grido che spezza il silenzio, una risposta scritta a chi vorrebbe ridurre Gaza a un campo di rovine e numeri. È il ritratto potente e commovente di una gioventù che, nonostante tutto, continua a credere che raccontare sia già una forma di resistenza.

Refaat Alareer, curatore di questo libro, è stato ucciso dall’esercito israeliano in un omicidio mirato a Gaza City il 6 dicembre 2023, durante il genocidio dei palestinesi messo in atto dalle forze di occupazione israeliane. Nato a Gaza (Palestina) nel 1979, Refaat Alareer era professore universitario, poeta, scrittore, animatore culturale. Per tutta la vita ha praticato e sostenuto il potere delle parole, incoraggiando i suoi giovani studenti a esprimersi con la narrativa per contrastare le narrazioni sioniste e occidentali che vedevano i palestinesi, e in particolare quelli di Gaza, come terroristi o come povere vittime. È stato tra i fondatori del sito We Are Not Numbers e ha curato le antologie Gaza Writes Back (2013) e Gaza Unsilenced (2015), pubblicate negli Usa e tradotte in numerosi paesi del mondo.

Ali Abunimah, autore dell’introduzione a questa nuova edizione di Gaza Writes Back, è un giornalista statunitense di origine palestinese. Ha fondato il sito The Electronic Intifada, una delle voci più importanti di notizie e opinioni dalla Palestina.

sabato 26 aprile 2025

Bernard Grandjean - IL GIOCO DELLA TIGRE E DELLE ANTILOPI - O barra O edizioni

 
Bernard Grandjean
IL GIOCO DELLA TIGRE E DELLE ANTILOPI
Indagini nella regione dell’Himalaya

(titolo originale Crimes en Himalaya: Tigres et châtiments, 2020)
traduzione di Andrea Da Glossari
O barra O edizioni
collana in-Asia/Gialli
pp. 192, euro 14
ISBN 9788869681653

Il titolo del quinto romanzo della serie “Indagini nella regione dell’Himalaya” parafrasa il nome di un popolare gioco di dama nepalese, il bagh chal, “il gioco della tigre e delle capre”. Qui a essere cacciate sono però le antilopi tibetane chiru, il cui pelo è consider ato la lana più pregiata al mondo e che a causa del bracconaggio rischiano l’estinzione.
In questa nuova avventura Betty Bloch si muove tra India e Nepal per indagare su una rete di trafficanti di pelli di antilopi sulle cui tracce è impegnato anche Zhiang Liu, agente dei servizi speciali della Cina, che vuole proteggere, seppur per fini propagandistici, questi meravigliosi animali.
Che cosa lega il contrabbando con l’ashram della setta che predica l’ambigua dottrina del Kamayoga e cerca proseliti soprattutto tra giovani e ignare donne occidentali? Per scoprirlo Betty dovrà fare da preda e affrontare le “tigri” che conducono il pericoloso gioco: un guru dallo sguardo magnetico e un infido svizzero che funge da reclutatore per la setta. Una trama ricca di suspense e colpi di scena che sottende un messaggio ecologista.

Le pagine di questi romanzi sono un amo lanciato al lettore perché non si fermi all’avventura, non si esaurisca negli intrighi, ma si spinga a cogliere il respiro e il tessuto nervoso di un mondo inafferrabile, ma che, se conosciuto o percorso, lascia una traccia indelebile e niente è più uguale a prima.”
Alberto Mittone, «Doppiozero»

Bernard Grandjean è nato nel 1946 a Strasburgo dove si è diplomato all’Istituto di Studi Politici. A partire dal 1970 ha effettuato numerosi soggiorni di studio e di ricerca in Tibet, Mongolia, Nepal, Bhutan e Sikkim. L’approfondita conoscenza della storia, dell'arte e della tradizione religiosa di questi paesi, unita alla frequentazione di amici e docenti delle università locali, gli ha fornito l’ispirazione per la stesura di biografie romanzate dei personaggi storici del Tibet come La regina nepalese e di numerosi romanzi gialli, tra cui la serie “Indagini nella regione dell’Himalaya”.


Sadagari - DIRITTO AL MALESSERE - add

 
Sadagari
DIRITTO AL MALESSERE
add editore
aprile 2025
pp. 144, 1 a colori, euro 20
ISBN 9788867835232


Il mondo ci vuole conformi, felici, efficienti, “normali”. E se non possiamo esserlo, se non sappiamo esserlo, ci chiede almeno di “sembrare” conformi, felici, efficienti, “normali”. Ma cosa vuol dire essere “normali”? E perché, al contrario, non reclamare e difendere il nostro diritto al malessere?
In questo graphic novel, che parte dal dato autobiografico per espandersi a un’invettiva che si fa manifesto, sadagari si e ci interroga su questi nodi centrali della contemporaneità: la neurodivergenza e la disabilità, l’accettazione di sé e dell’altro, il malessere psicologico come condizione socialmente diffusa, spesso ignorata o relegata a una sfera personale da tenere nascosta. Affermare il proprio diritto al malessere diventa un atto rivoluzionario.
Un esordio folgorante per lucidità e capacità di racconto, che dà voce a chi troppo spesso decide di chiudersi nel silenzio.

Potrei stringere i denti e andare avanti come fanno tutti da sempre. A me però non va bene. Il diritto al malessere è il diritto di una persona di esprimere liberamente ciò che è per tutti bene tener nascosto. Una persona che sta male ha il diritto di affermarlo, di mostrarlo.
 
Sadagari (Sasha De Maria) nasce il 2 settembre 2001 in provincia di Cuneo. È grafico e illustratore e si dedica all’attivismo politico e sociale. Dal 2024, frequenta Nuove tecnologie dell’arte all’Accademia di Belle arti di Catania, dove vive. Diritto al malessere è il suo primo libro.

Daniela Contessi . LA MUSICA, LA MENTE E LE EMOZIONI - Oltre

 
Daniela Contessi
LA MUSICA, LA MENTE E LE EMOZIONI
allenare la mente per gestire l'emotività

Oltre edizioni
collana Fotografia e Parola
maggio 2025
pp. 176, euro 18
ISBN 9788888151489

Dall’esperienza del corso di “Addestramento Mentale: un supporto alla formazione del musicista” tenuto presso il Conservatorio “Giacomo Puccini” della Spezia, l’autrice elabora quel percorso didattico in un progetto di ricerca, su un tema che ancora non è entrato a pieno titolo nella didattica ufficiale delle istituzioni AFAM. Conosciuto come “ansia da prestazione”, in realtà si tratta di qualcosa di molto più articolato, del quale, l’apprendimento di una corretta gestione delle proprie emozioni è solo il punto di partenza.
L’aspetto emozionale, che investe la figura del musicista in quanto tale, non può più essere relegato alla maggiore o minore forza d’animo del singolo musicista. Anzi, forse è giunto il momento di mettere definitivamente da parte alcuni cliché, che ancora oggi continuano a sopravvivere.
Per esempio considerare normale uno stato ansioso, più o meno invalidante, prima di un concerto, un esame o una semplice esercitazione di classe. Al contrario, saper gestire lo stress da palcoscenico, è qualcosa che si può e si deve imparare. Infatti, osservando il problema dal punto di vista dei musicisti, è emerso che fare musica, può rivelarsi un ostacolo al loro benessere psicofisico, proprio per l’incapacità di affrontare le sfide che si presentano di volta in volta.
Per cui, anche in ambito artistico musicale, l’introduzione di buone pratiche riconducibili alla mindfulness o a sámatha, hanno dato risultati assai significativi in merito all’ottenimento di quel benessere indispensabile per raggiungere alti livelli professionali.
Risulta evidente che, alzando i livelli di consapevolezza, concentrazione e attenzione, i musicisti possono sviluppare migliori capacità di esecuzione sentendosi perfettamente a proprio agio.
Ma non solo mindfulness o sámatha, parallelamente, ed è questo il valore aggiunto, nel percorso illustrato in questo saggio si pone l’accento anche sull’efficacia di un addestramento di tipo cognitivo. Aspetto non trascurabile che mette al centro alcune potenzialità della mente umana che altrimenti rimarrebbero inutilizzate.
Raccontare che esiste una soluzione ai problemi emotivi, tramite un percorso funzionale e strutturato, può essere molto utile a chi si dedica all’arte musicale a tutti i livelli. Il saggio inoltre, è corredato di alcuni esercizi in riferimento agli argomenti trattati, che sono stati sperimentati nelle varie edizioni del corso, inseriti in apposite schede per una più rapida consultazione.

Daniela Contessi, nata a Ravenna nel 1960, diplomata in Pianoforte e in Musica corale e Direzione di Coro, inizia la sua lunga carriera, che l’ha vista protagonista come pianista, cantante e direttrice di coro, all’età di sedici anni. Vincitrice di Concorso per titoli ed esami, attualmente insegna “Formazione Corale” e “Musica da Camera” presso il Conservatorio “G. Puccini” della Spezia, dove ha dato vita a un progetto sperimentale frutto di un lungo percorso di studi filosofici buddhisti e “scienze della mente” presso l’ “Istituto Lama Tzong Khapa”, concludendo il Basic Program nel 2017 e proseguendo gli studi nel Masters Program che concluderà nel 2028. Il corso di “Addestramento Mentale” da lei strutturato, è nato col proposito di introdurre cambiamenti migliorativi nei livelli di concentrazione, allontanando preoccupazione e stress. Non solo in relazione alla performance del musicista, ma in generale per supportare gli studenti nell’intricato rapporto con le proprie emozioni. In seguito al crescente interesse in merito, il corso è entrato a pieno titolo nei piani di studio dei Corsi Accademici di primo e secondo livello come disciplina a scelta dello studente.



Andrea Valesini - L'INVERNO UCRAINO - Oltre

 
Andrea Valesini
L'INVERNO UCRAINO
reportage dall'abisso

fotografie di Giovanni Diffidenti  
Oltre edizioni
collana PBS
maggio 2025
pp. 162, euro 16
ISBN 9791280075864


La guerra raccontata dal punto di vista delle vittime. Un viaggio fra la popolazione ucraina travolta dall’invasione russa su larga scala. Le testimonianze di chi è sopravvissuto agli eccidi di Bucha e di Mariupol, di chi vive quotidianamente sotto il pericolo dei missili, di chi non trova più un figlio portato a forza in Russia. Ma in mezzo a tanto male anche il bene in azione, il soccorso dei volontari e degli operatori delle organizzazioni non governative, la ricostruzione già avviata nonostante il conflitto in corso. Un libro che sotto forma di diario-reportage offre un punto di osservazione oltre la cronaca e le vicende politiche, uno sguardo su un’umanità ferita ma mai rassegnata. E’ la voce degli ucraini, ma anche a nome delle vittime di ogni guerra, la forma di violenza più ampia, profonda e impunita sull’umanità.

Andrea Valesini è caporedattore de L’Eco di Bergamo, giornale per il quale ha scritto reportage dai Balcani, da Israele, Gaza Cisgiordania, Iraq, Africa e America Latina.

Un giubileo di parole - Voci che guariscono il mondo

 

Martedì 29 aprile alle ore 16:30 a Palazzo Firenze (Piazza di Firenze, 27 - Roma) la Società Dante Alighieri, il Premio letterario Città di Castello, l'Associazione Culturale Tracciati Virtuali e la casa editrice LuoghInteriori invitano all’incontro “Un giubileo di parole - Voci che guariscono il mondo”.
Dopo i saluti inziali di Alessandro Masi, Segretario Generale della Società Dante Alighieri e Presidente della Giuria del Premio Letterario "Città di Castello", e di Maria Borio dell'Università degli Studi di Perugia, poetessa e membro della Giuria del Premio Letterario "Città di Castello", intervengono Antonio Vella, Presidente della Associazione Culturale Tracciati Virtuali, e Alice Forasiepi, editor della casa editrice LuoghInteriori.
L’evento intende onorare la poesia — non come ornamento, ma come necessità. Leggere poesia non è solo un esercizio estetico: è un atto politico, è creazione di senso in un mondo che troppo spesso lo disgrega. In questo “giubileo di parole”, si celebrano non solo i poeti, ma il gesto stesso del fare poetico: la scelta di guardare il mondo con occhi radicali, di restare fedeli all’invisibile, di non cedere alla banalità. Ogni poesia autentica è una domanda che continua, è un piccolo atto di rivoluzione.
All’evento parteciperanno i poeti Angela Ambrosini, Eleonora Belbusti, Dante Ceccarini, Francesco Certo, Olga Coen, Viviana Cuozzo, Maria Antonella D'Agostino, Giacomo De Nuccio, Mariangela Giusti, Francesco Alino Guerra, Stefano Lenzi, Rossana Marcuccilli, Nadia Mattioli, Patrizia Mencarani, Ambra Mereu Boy, Marco Giulio Polidori, Rosa Simonelli Macchi, Maurizio Terzetti, Sergio Zerunian.
Letture di Patrizia Audino, attrice della Compagnia Arte e Scienza.
Al termine dell’incontro seguirà un aperitivo.

La Società Dante Alighieri celebra Alessandro Manzoni con l’edizione di pregio della sua relazione “Dell’Unità della lingua e dei modi di diffonderla”


La Società Dante Alighieri annuncia la pubblicazione in edizione di pregio della relazione “Dell’Unità della lingua e dei mezzi di diffonderla” di Alessandro Manzoni. L’opera, che risale al 1868, è una pietra miliare nella storia della politica linguistica italiana e rappresenta un testo di alto valore pedagogico.
L’edizione sarà presentata lunedì 28 aprile, dalle ore 10.30, presso la Sala Capitolare del Senato a Roma (Palazzo della Minerva, in Piazza della Minerva n. 38).
Con Andrea Riccardi, Presidente della Società Dante Alighieri, intervengono Claudio Marazzini, Presidente emerito dell’Accademia della Crusca, e Lucilla Pizzoli, linguista dell’Università degli Studi Internazionali di Roma. L’evento si terrà alla presenza di Anna Paola Sabatini, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio e di Barbara Bertoni, editrice Imago Srl.
Grazie alla collaborazione tra la Dante e l'Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, parteciperanno all’iniziativa alcune classi di istituti secondari di secondo grado.
La ripubblicazione della relazione manzoniana risponde a una visione dell'italiano come lingua di comunicazione, incontro e dialogo, una lingua non imperialistica, che risuona profondamente con la missione della Società Dante Alighieri.
I posti in sala sono limitati: per partecipare in presenza è necessario registrarsi scrivendo a eventi@dante.global ed esibire l’e-mail di conferma all’ingresso.
La diretta streaming si potrà seguire su webtv.senato.it e su www.dante.global.

giovedì 24 aprile 2025

Cesare Pavese, Bianca Garufi - UNA BELLISSIMA COPPIA DISCORDE - Olschki

Cesare Pavese, Bianca Garufi
UNA BELLISSIMA COPPIA DISCORDE
Il carteggio tra Cesare Pavese e Bianca Garufi (1945-1950)

a cura di Mariarosa Masoero
Olschki
Centro di studi di letteratura italiana in Piemonte «Guido Gozzano - Cesare Pavese». Saggi e testi, 20
2011, III edizione settembre 2023
pp. xvi-166 con 12 tavv. f.t., € 25,00
ISBN 9788822260741

Il carteggio intercorso tra Cesare Pavese e Bianca Garufi consente di entrare nell’officina parallela e combinata dei due, getta luce su idee e difficoltà sottese alla scrittura, dà conto, passo passo, del divenire del romanzo a quattro mani Fuoco grande e dei Dialoghi con Leucò, fino a pubblicazione avvenuta. Di qui l’importanza e l’unicità di queste lettere, del tutto inedite quelle della Garufi, solo in parte edite e con omissis quelle di Pavese.


L’importanza di questo volume consiste, oltre che nel valore letterario e documentario delle lettere stesse, nel fatto che si tratta del primo carteggio di Pavese con una donna a vedere la luce. Le lettere di Bianca Garufi, inedite, vanno dall’agosto del 1945 al gennaio del 1950, quelle di Cesare Pavese, solo in parte edite e con omissis (tutti ora segnalati e integrati), dal settembre del 1945 al febbraio del 1950. La corrispondenza epistolare tra Bianca e Cesare, che talora si apostrofano con gli appellativi scherzosi di «barone» («sì, barone, proprio così», «come posso, barone, secondo i miei miseri mezzi», 14 aprile) e «baronessa» («A voi, signora baronessa», 27 aprile), consente di entrare nell’officina parallela e combinata dei due, getta luce su idee e diff icoltà sottese alla scrittura, dà conto, passo passo, del divenire del romanzo Fuoco grande, all’inizio provvisoriamente intitolato «Storia di Silvia e collaterali» (18 febbraio), e dei Dialoghi con Leucò, fino a pubblicazione avvenuta. Di qui l’importanza e l’unicità di questo carteggio.





Bernard Delmay - I PERSONAGGI DELLA «DIVINA COMMEDIA» - Olschki

Bernard Delmay
I PERSONAGGI DELLA «DIVINA COMMEDIA». Classificazione e regesto
Olschki
Biblioteca dell'«Archivum Romanicum». Serie I: Storia, Letteratura, Paleografia, 201
settembre 1986
pp. lviii-414, € 72,00, rilegato.
ISBN 9788822234360

Sono 364 i personaggi che in vario modo Dante incontra nel corso del suo viaggio. La maggior parte sono nell’Inferno, i più loquaci si incontrano nel Purgatorio. Delmay classifica i personaggi secondo il loro modo di comportarsi e il contesto dal quale provengono evidenziando la costruzione della narrazione dantesca che nella categorizzazione dei personaggi, appunto, dimostra la sua forza di rappresentazione della commedia umana trasferita nell’Oltretomba. Personaggi mitologici, storici e reali, diavoli e angeli, personificazioni, tutti concorrono alla rappresentazione dell’umanità e delle sue emozioni. A distanza di molti anni, questo rimane l’unico censimento completo dei personaggi della Divina Commedia.

“ENNIO MORRICONE. IL GENIO, L’UOMO, IL PADRE” UNA BIOGRAFIA A DUE VOCI ALL’OPERA DI ROMA. Gli autori Marco Morricone e Valerio Cappelli presentano il loro ultimo libro con Michele Mariotti e Sergio Rubini

 
Racconta soprattutto l’uomo il volume di Marco Morricone e Valerio Cappelli, Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre, edito da Sperling & Kupfler, che i due autori presentano lunedì 28 aprile, alle ore 17.30, in Sala Grigia al Teatro Costanzi. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti.
Durante la serata, moderata da Monica Morricone, i protagonisti dialogheranno con due ospiti d’eccezione: Michele Mariotti, direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, e Sergio Rubini, attore e regista.
Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre è un ritratto profondo e autentico del celebre compositore. Scritto dal primogenito Marco Morricone e dal giornalista Valerio Cappelli, il libro ripercorre la vita del Maestro attraverso ricordi intimi e riflessioni, offrendo uno spaccato unico di una delle figure più influenti della musica mondiale. Arricchito dalla prefazione di Aldo Cazzullo, il libro contiene anche un QR code per l’ascolto di un brano inedito di Ennio Morricone, composto per la commedia Ci sono giorni che non accadono mai.
«Era un uomo austero, intransigente, rigoroso, però tante volte l’ho visto commuoversi, piangere, mettere a nudo le sue fragilità nel momento in cui le stava vivendo. Ha avuto una vita meravigliosa, e nello stesso tempo sofferta, piena di dolori trattenuti e inespressi. E sempre pensando in musica». È a partire da questo nucleo profondo di mistero che Marco Morricone prova ad annodare i fili dei suoi ricordi con quelli di Valerio Cappelli, amico di una vita del compositore, per restituirci un ritratto inedito, sorprendente e autentico, di uno dei più grandi geni musicali che il nostro Paese abbia mai avuto. Gli studi interrotti dopo la terza media, le serate passate a suonare per i soldati americani, l’ossessione per la musica, l’intenso rapporto con il maestro Petrassi, la spiritualità, gli incontri con Sergio Leone, Joan Baez, Clint Eastwood, il successo, gli Oscar, le dolcezze e le durezze di padre (la proibizione per i figli di ascoltare musica in casa), la passione per la Roma, la golosità per i cioccolatini che la moglie Maria gli nascondeva, l’ostracismo subito dal mondo accademico. Un viaggio lungo una vita, tra resoconti di prima mano e retroscena svelati. Un Ennio Morricone come mai è stato raccontato prima.
 
Marco Morricone, imprenditore, è il primo dei quattro figli di Ennio Morricone. È nato a Roma nel 1957 e, dopo aver completato gli studi classici, si è iscritto alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma. È sposato con Monica dal 1986 ed è padre di due figlie, Francesca e Valentina. Ha lavorato per trent’anni alla Società Italiana Autori ed Editori e, a partire dagli anni Novanta, ha seguito l’attività concertistica di suo padre Ennio, accompagnandolo in tutto il mondo. Dal 2017 si occupa di iniziative legate al terzo settore ed è il Presidente di Armonica, una Onlus da lui fondata assieme alla moglie e alle figlie. 
 
Valerio Cappelli, nato a Roma nel 1958, è laureato in Storia dell’Illuminismo. Ha cominciato a lavorare alla redazione Spettacoli del “Corriere della Sera” a vent’anni, nel 1978. Scrive dei principali avvenimenti italiani e internazionali di cinema e di musica classica. Ha condotto programmi su Radio 2 e lavorato a Mixer su Rai 2. È autore di sei commedie (per cui ha collaborato con attori e registi come Sergio Castellitto, Isabella Ferrari, Sergio Rubini, Massimo Popolizio, Pier Luigi Pizzi), di un libro-intervista con Renzo Piano sulla nascita dell’Auditorium Parco della Musica «Ennio Morricone» e del romanzo ‘Ci sono amori che non accadono mai’.


mercoledì 23 aprile 2025

Michèle Pedinielli, Valerio Varesi - IL CONFINE DELLA VERGOGNA - Le Assassine

 
Michèle Pedinielli e Valerio Varesi
IL CONFINE DELLA VERGOGNA
la parte francese è stata tradotta da Barbara Monteverdi
Edizioni le Assassine
collana Oltreconfine
aprile 2025
pp. 134, euro 14
ISBN 9788894979947  

Il romanzo Il confine della vergogna è il risultato di una cooperazione tra due grandi autori del romanzo giallo, la francese Michèle Pedinielli e l’italiano Valerio Varesi, da un’idea del festival Quais du Polar e delle edizioni Points nell’ambito della valorizzazione di Lione e Milano, città creative della letteratura dell’Unesco. Si tratta di un progetto di scrittura collaborativa in stile “cadaveri eccellenti”, in cui i due autori si sono alternati nella stesura dei capitoli e in cui i personaggi principali lasciano intravedere in filigrana le differenze culturali tra i due Paesi, secondo l’idea di contribuire a una migliore conoscenza reciproca.
 
Leonardo Morandi, un contrabbandiere franco-italiano, viene trovato morto in montagna. Il suo viso sfigurato rende inizialmente difficile il riconoscimento: unica traccia lo scontrino di un negozio di Bardonecchia per l’acquisto di un piumino piuttosto costoso, speciale per il freddo intenso. A scoprire il suo corpo è un escursionista francese, Jean Pelissier. Nel frattempo, un giovane burkinabé, che stranamente sta cercando di tornare in Italia quando ormai aveva superato l’agognato confine, viene ritrovato mezzo assiderato in alta quota. Spiegherà che il suo gruppo è stato braccato e catturato dalle forze dell’ordine francesi che lo aspettavano, probabilmente a seguito di una soffiata. L’indagine condotta da un ispettore di polizia di Lione mette in luce un traffico di sigarette su larga scala proveniente dall’Albania, ma non solo: in parallelo ha luogo un vero e proprio traffico di esseri umani. Trovare i collegamenti e la soluzione su quanto succede alla frontiera alpina tra Italia e Francia non è un compito semplice, per cui sarà necessaria la collaborazione delle forze dell’ordine di entrambi i Paesi, anche se non mancheranno sorprese su entrambi i versanti.
 
L'Incipit
«Non c’è niente di più triste di una stagione agli sgoccioli su in quota. Gli ultimi escursionisti bagnati e frettolosi nelle già brevi giornate di fine settembre, le nuvole basse a nascondere le cime e i preparativi per la chiusura del rifugio immalinconivano la fine dell’estate. La montagna tornava in solitudine dopo aver concesso i suoi sentieri ancora chiazzati di neve fin da maggio. La domenica successiva sarebbe stato il giorno del congedo. Remo Brusotti, il gestore, completava le ultime operazioni con lo stesso stato d’animo di una ritirata. Carmela Cosentino era invece allegra. Giovane e del sud, non vedeva l’ora di scendere da quei monti freddi e ormai senza più nessuno a percorrerli. Passava lo straccio sui tavoli canticchiando mentre dalla cucina arrivava un sottofondo di stoviglie accatastate. Ancora due giorni e sarebbe tornata nel tepore della costa amalfitana, dopo mesi di clausura. “Qui, settembre è come novembre giù a valle” borbottò Brusotti, pensando alla sua Milano e scrutando il salone dove mangiavano in silenzio tre escursionisti, all’apparenza tedeschi, in un arcipelago di tavoli vuoti. La luce era scarsa, l’atmosfera un po’ cupa e fuori la roccia grigia impregnava dello stesso colore il paesaggio. Alla fine anche Brusotti, che pur amava quei monti, si rassegnò a considerare la chiusura come un sollievo. Pensava di nuovo a Milano ancora immersa nella fine dell’estate coi Navigli pieni di gente che, chiusa la parentesi vacanziera di agosto, era tornata a popolare i locali. A settembre ricominciava anche la vita mondana e culturale»
 
Michèle Pedinielli, nata a Nizza da un mix di sangue corso e italiano, è stata giornalista per circa quindici anni. Oggi collabora al sito hhh libri di storia, della BNF e al podcast “Séries noires à la Une”. Il suo primo romanzo, Boccanera, è stato premiato con il Lion Noir 2019 al Festival del Libro Poliziesco di Neuilly-Plaisance. Nel maggio 2019 ha pubblicato Après les chiens, un nuovo caso condotto da Ghjulia Boccanera. Seguono La patience de l’immortelle (Premio speciale della giuria dell’Évêché nel 2022), Sans collier (2023) e Un seul œil (2025).

Valerio Varesi, nato a Torino nel 1959, laureato in filosofia, è stato giornalista de La Repubblica per molti anni. È autore di una decina di romanzi. Grande ammiratore di Giorgio Scerbanenco e del duo Fruttero e Lucentini, si inserisce brillantemente nella tradizione del giallo italiano classico e impegnato. Il commissario Soneri è il protagonista di diversi romanzi che si svolgono a Parma e dintorni: Il fiume delle nebbie (nominato al prestigioso premio Strega) ha ricevuto nel 2017 il premio Violeta Negra del Festival Toulouse Polars du Sud, Le ombre di Montelupo, La pensione di via Saffi, Le mani vuote, Oro, incenso e polvere, La casa del comandante, La mano di Dio, È solo l’inizio, commissario Soneri e La strategia della lucertola. Ultimo romanzo pubblicato: L’altra legge (2025).