Jorge Mario Pedro Vargas Llosa (Arequipa, 28 marzo 1936 – Lima, 13 aprile 2025) è stato uno scrittore e drammaturgo peruviano naturalizzato spagnolo.
Considerato uno dei massimi romanzieri
e saggisti contemporanei, ha conseguito molti riconoscimenti: il
Premio Nobel per la Letteratura nel 2010; il Premio Cervantes nel
1994, il più importante per la lingua spagnola; il Premio
Príncipe de Asturias de las Letras nel 1986; il Biblioteca
Breve nel 1962; il Rómulo Gallegos nel 1967;
il Planeta nel 1993, e altri ancora. Assieme a Gabriel
García Márquez, Julio Cortázar, Isabel Allende e Carlos
Fuentes, è uno dei massimi esponenti del boom latinoamericano.
Come scrittore acquisì fama negli anni Sessanta coi romanzi La città e i cani (1963), La Casa Verde (1966), Conversazione nella Cattedrale (1969). La sua copiosa produzione ha spaziato attraverso vari generi, dal giornalismo alla saggistica, al teatro. La sua narrativa è stata adattata per la televisione e il cinema. La maggioranza dei suoi romanzi è ambientata in Perù, nei quali esplora la società peruviana e il clima storico della dittatura militare del generale Odría, sotto la quale trascorse la giovinezza, e i suoi pesanti condizionamenti.. I successivi romanzi narrano eventi topici di altri Paesi, e il loro clima storico: La guerra della fine del mondo, collocato nel Brasile della fine del XIX secolo, dove si narra la guerra di Canudos; La festa del caprone affronta la Santo Domingo durante la dittatura di Trujillo; Il sogno del Celta rievoca lo sfruttamento coloniale in Congo e in Amazzonia; Avventure della ragazza cattiva mescola affari di cuore e utopie rivoluzionarie; Tempi duri (2019) parte dal colpo di Stato in Guatemala del 1954.
In gioventù, fu simpatizzante del comunismo e ammiratore di Fidel Castro, ma a partire dal 1980 è diventato un ardente sostenitore del liberalismo. Nel 1990, fu il candidato presidente della coalizione di centro-destra Frente Democrático alle elezioni in Perù, ma fu sconfitto da Alberto Fujimori. Decise allora di lasciare il Paese e di chiedere la cittadinanza alla Spagna, in cui già da tempo lavorava. Nel 2011 è stato nominato marchese da Re Juan Carlos I.
Nel 2021 è stato eletto membro dell'Académie française al seggio numero 18, primo membro che non ha scritto nessuna opera in lingua francese, che Vargas Llosa parla fluentemente. Anche la pubblicazione della sua opera nella prestigiosa collezione Bibliothèque de la Pléiade, per l'editore Gallimard, costituisce una prima assoluta per uno scrittore non francese ancora vivente; è il secondo autore latino-americano pubblicato nella collana, dopo Héctor Bianciotti. È padre di 3 figli: Álvaro Vargas Llosa, Gonzales e Morgana.
Vargas Llosa nacque ad Arequipa, una città del Perù meridionale, il 28 marzo del 1936 da una benestante famiglia borghese di ascendenza meticcia e creola, figlio unico di Ernesto Vargas Maldonado e di Dora Llosa Ureta, che si separarono qualche mese dopo la sua nascita. Poco tempo dopo il padre rivelò di avere una relazione clandestina con una donna tedesca, dalla quale avrà poi due figli: Enrique ed Ernesto Vargas.
Vargas Llosa visse con la famiglia materna ad Arequipa ancora un anno dopo il divorzio dei genitori. Quando il nonno materno fu nominato console onorario del Perù in Bolivia, Vargas Llosa si trasferì, insieme con la madre e la famiglia, a Cochabamba, dove trascorse i primi anni della sua infanzia. I Llosa, mantenuti dal nonno di Mario, amministratore di una piantagione di cotone, fecero credere a Vargas Llosa che il padre era morto, per evitare di dovergli spiegare la separazione dei genitori. Sotto la presidenza di José Luis Bustamante y Rivero, il nonno ottenne un nuovo incarico diplomatico a Piura e così la famiglia fece ritorno in Perù. A Piura, Vargas Llosa frequentò la scuola elementare presso il Colegio Salesiano Don Bosco.
Nel 1946, Vargas Llosa si recò a Lima dove incontrò per la prima volta il padre. I genitori si rimisero insieme e trasferirono la famiglia a Magdalena del Mar, sobborgo della capitale peruviana. A Lima studiò nel Colegio La Salle dal 1947 al 1949. La relazione con il padre, sempre problematica, marcherà per sempre il resto della sua vita. A quattordici anni il padre lo inviò al Colegio Militar Leoncio Prado, dove ebbe come professore di francese il poeta surrealista César Moro. Un anno prima di ottenere il diploma, Vargas Llosa incominciò a collaborare come giornalista ad alcuni quotidiani locali. Si ritirò dall'accademia militare e terminò i suoi studi a Piura, dove lavorò per il giornale locale e diresse la rappresentazione teatrale della sua prima opera drammatica, La huida del Inca.
Nel 1953, durante il governo di Manuel A. Odría, Vargas Llosa entrò all'Universidad Nacional Mayor de San Marcos di Lima, dove studiò Diritto e Letteratura. Partecipò alla politica universitaria attraverso Cahuide, sotto il quale si celava il Partito Comunista perseguitato dal governo, al quale Vargas Llosa si oppose sia attraverso gli organi universitari sia durante fugaci proteste in piazza. Poco tempo dopo il giovane Vargas Llosa, si distanzierà da quel gruppo, e si iscriverà alla Democracia Cristiana di Héctor Cornejo Chàvez, sperando che questo partito potesse sostenere la candidatura di Bustamante y Rivero, del quale rimpiangeva l'esilio. Nel 1955 si sposò con Julia Urquidi, di dieci anni più anziana di lui.
Vargas Llosa incominciò seriamente la sua carriera letteraria nel 1957 con la pubblicazione dei suoi primi racconti, Los jefes e El abuelo, mentre collaborava con due giornali. Dopo la laurea nel 1958 ricevette una borsa di studio per la Universidad Complutense de Madrid in Spagna. Nel 1960, terminata la borsa per la Complutense, Vargas Llosa se ne andò in Francia, dove aveva fatto richiesta per un'altra borsa di studio, ma quando arrivò a Parigi scoprì che la sua richiesta era stata respinta. Nonostante l'inaspettata situazione finanziaria, Mario e Julia decisero di rimanere a Parigi dove Vargas Llosa cominciò a scrivere in maniera regolare. Il matrimonio durò ancora qualche anno, ma terminò con il divorzio nel 1964. Un anno dopo, Vargas Llosa sposò una cugina, Patricia Llosa, dalla quale ebbe tre figli: Álvaro, scrittore ed editore, Gonzalo, impresario, e Morgana, fotografa. Nel 2015, dopo cinquant'anni di matrimonio, ha lasciato la moglie per legarsi a Isabel Preysler, da poco rimasta vedova dell'ex ministro Miguel Boyer ed ex moglie del cantante Julio Iglesias.
Tra i principali esponenti della rinascita della letteratura latinoamericana insieme con Gabriel García Márquez, Julio Cortázar, Carlos Fuentes, Jorge Luis Borges e Octavio Paz incomincia la propria carriera letteraria nel 1959 con la raccolta di racconti Los jefes.
Ma il vero successo giunge nel 1963 con il romanzo La città e i cani, pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 1967 e ambientato in un'accademia militare, ispirandosi alla sua esperienza nell'accademia militare frequentata in gioventù a Lima. Il libro, redatto con una particolare tecnica narrativa in cui narrazione e sovrapposizioni di tempi e piani si alternano in uno stile quasi cinematografico, viene però inizialmente addirittura bruciato perché considerato dissacrante e criticato aspramente dalle gerarchie militari peruviane, che accusano Vargas Llosa di essere al soldo del governo ecuadoriano e di screditare il valore dell'esercito nazionale. La medesima tecnica narrativa è riutilizzata anche nel seguente La Casa Verde (1966), nel quale narra le vicende di una ragazza sottratta a una tribù india della regione amazzonica e successivamente fuggita dalla comunità religiosa in cui era stata cresciuta, per diventare prostituta nel più famoso bordello della città di Piura, la Casa Verde.
Con questo romanzo Vargas Llosa vince la prima edizione del Premio Rómulo Gallegos, battendo la concorrenza di scrittori più esperti come Gabriel García Márquez.
Il terzo romanzo pubblicato è il monumentale Conversación en la Catedral, nel 1969, una dura analisi della vita politica e sociale del proprio Paese. Il protagonista, Santiago Zavala, figlio di un noto imprenditore con legami politici con la dittatura del generale Odría, incontra casualmente, anni dopo la morte del vecchio genitore, il vecchio autista di famiglia. Durante la conversazione con lui, in una bettola chiamata La Cattedrale, cerca di trovare conferma ai suoi sospetti sul coinvolgimento del padre in un caso di omicidio. La conversazione è l'occasione per l'autore di ripercorrere, con la vita di Santiago, anche la storia politica del Paese alla ricerca delle origini del suo fallimento sociale, politico e morale.
Segue nel 1973 il romanzo satirico Pantaleón e le visitatrici (Pantaleón y las visitadoras), seguito a sua volta da La tia Julia y el escribidor (1977), che lo vedono cimentarsi con uno stile diverso da quello dei suoi primi lavori, connotato da un'impostazione più leggera e dalla scoperta dello humour.
Con La guerra del fin del mundo del 1981, in cui ripercorre le vicende nel movimento millenarista del profeta brasiliano Antônio O Conselheiro (Antonio Il consigliere), fa una lucida analisi dei contrasti fra la società costiera nello Stato di Bahia, prevalentemente intellettuale e progressista, e la popolazione più arretrata e conservatrice dell'interno. L'impostazione dell'opera è in gran parte pessimistica, e mostra sconsolatamente come le zone meno evolute siano schiacciate dai fermenti delle altre.
A quest'opera capitale fa seguire Historia de Mayta (1984) che affronta il tema del terrorismo, Quién mató Palomino Molero? (1986), un giallo dal risvolto sociale, Elogio de la madrasta (1988), un libro erotico, ed El hablador (1987), tutti romanzi legati da un filo di fondo politico-sociale.
Pubblica poi El pez en el agua (1993), un'opera autobiografica in cui racconta la sua esperienza in politica, e Lituma en los Andes (1993), un giallo che gli vale il Premio Planeta.
Nel 1997 pubblica Los cuadernos de don Rigoberto, seguito tre anni dopo da La festa del chivo e da Il Paradiso è altrove nel 2003 e da Avventure della ragazza cattiva pubblicato nel 2006.
Nel 2010 vince il Premio Nobel per la letteratura per «la propria cartografia delle strutture del potere e per la sua immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell'individuo». Diviene così il primo scrittore di origine peruviana a vincere questo riconoscimento.
Se numerose opere di Vargas Llosa sono influenzate dalla società peruviana, molte sono anche quelle ambientate altrove, specialmente in Europa. Vargas Llosa ha vissuto a lungo nel vecchio continente prima in Spagna, quando frequentò, grazie a una borsa di studio, l'Università Complutense di Madrid, poi in Francia, a Parigi, e più tardi in Inghilterra. Nel 1993, deluso dall'esito della campagna presidenziale a cui ha partecipato, chiede e ottiene la cittadinanza spagnola.
Per quanto riguarda l'impegno politico di Vargas Llosa, negli anni cinquanta sostenne apertamente la rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro, per poi però distanziarsene e criticarla. A causa dell'«affaire Padilla» - il governo cubano aveva fatto arrestare e poi costretto a una pubblica autocritica, in cui accusava sé stesso e la moglie (condizione imposta per l'immediato rilascio e la concessione del visto d'uscita), il poeta Heberto Padilla, per avere scritto contro la Rivoluzione e il castrismo -, molti intellettuali socialisti e comunisti, tra cui, oltre a lui, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Alberto Moravia, Federico Fellini e altri firmarono una lettera di critica al governo cubano, rompendo di fatto i loro rapporti e il sostegno a Castro: Gabriel García Márquez fu, al contrario, l'unico degli intellettuali interpellati che si rifiutò di firmare questa lettera aperta.
Questo cambiamento contribuì a mettere in crisi l'amicizia con García Márquez, sul quale Vargas Llosa nel 1971 aveva scritto la tesi di dottorato. I due scrittori sudamericani non si sono parlati per oltre trent'anni, avendo troncato definitivamente ogni contatto dopo un acceso litigio, avvenuto forse per motivi più personali che politici, a Città del Messico nel 1976: durante la lite Vargas Llosa colpì García Márquez con un pugno in pieno volto. Solo nel 2007, nonostante Vargas Llosa fosse rimasto sulle sue posizioni anticomuniste, avvenne una parziale riappacificazione, quando l'autore peruviano permise la pubblicazione di un suo saggio del 1971, nell'introduzione di una nuova edizione di Cent'anni di solitudine, il capolavoro dello scrittore colombiano.
Negli anni Ottanta, Vargas Llosa si attestò definitivamente su posizioni neoliberiste, rinnegando completamente le idee che lo avevano animato negli anni giovanili. Nel 1983, nel periodo in cui emerse il movimento terrorista d'ispirazione marxista-leninista e maoista Sendero Luminoso, il presidente del Perù Fernando Belaúnde Terry chiese a Vargas Llosa di partecipare alla Commissione di Inchiesta sul caso Uchuraccay, per far luce sull'assassinio di otto giornalisti da parte di un gruppo terroristico.
Nel 1987, di fronte agli intenti del governo dell'Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana (APRA) di Alan García Pérez di nazionalizzare le banche, la destra peruviana, fino ad allora moribonda, trovò una causa e un candidato per il suo rinnovamento, aggregandosi al movimento di protesta lanciato da Vargas Llosa e il suo Movimiento Libertad.
Incominciò così la sua breve carriera politica, culminata con la partecipazione alle elezioni generali del 1990 come candidato presidente della repubblica peruviana. Il principale rivale di Vargas Llosa era Alberto Fujimori, un ingegnere figlio di immigrati giapponesi, fino a quel momento praticamente sconosciuto. Per rimediare all'iperinflazione, Vargas Llosa promise di applicare un piano shock di stabilizzazione dei prezzi. Al primo turno delle presidenziali, Vargas Llosa ottenne il 28,2% dei voti; Fujimori il 24,3%; l'APRA, il 19,6%. Fu chiaro che la sinistra e l'APRA avrebbero sostenuto Fujimori, per nessun'altra ragione che sconfiggere Vargas Llosa, candidato del centrodestra.
Lo scrittore peruviano era visto dagli "apristi" e dalla sinistra come un rappresentante dell'elite conservatrice e tradizionale, mentre Fujimori era percepito come un outsider estraneo all'establishment politico. La condotta dei candidati durante la campagna elettorale, in congiunzione con il prolungato periodo di divisione politica che la precedette, diminuì sensibilmente la fiducia dei peruviani nel sistema politico tradizionale e nei suoi partiti. Questa fu la principale ragione che condusse all'elezione di Fujimori al secondo turno. Vargas Llosa ottenne il 33,9% contro il 56,5% del suo rivale.
Tre giorni dopo il secondo turno delle presidenziali Vargas Llosa volò a Parigi. Nel 1992 Fujimori attuò però un colpo di Stato con il quale soppresse le libertà fondamentali: governerà come dittatore fino al 2000, rendendosi responsabile di gravi crimini contro l'umanità, per i quali verrà condannato. Inoltre finì per attuare un programma economico di austerità molto più radicale e duro di quello sostenuto da Llosa e di quanto richiesto dal Fondo Monetario Internazionale in cambio di aiuti economici. Vargas Llosa non tornò in patria per molti anni a causa dell'instabilità politica peruviana. Continuando a intervenire, seppur da lontano, sugli eventi politici peruviani, ha sostenuto le candidature presidenziali di Ollanta Humala nel 2011, di Kuczynski nel 2016, di Keiko Fujimori nel 2021.
Nel 2023, Vargas Llosa ha aderito al nuovo partito peruviano Libertad Popular, di ispirazione liberista.
Nel 1993 Vargas Llosa chiese e ottenne dal governo spagnolo (allora a guida socialista) la cittadinanza spagnola, che egli ha potuto acquisire senza dover rinunciare a quella peruviana.
Nel 1994 è stato nominato membro della Real Academia Española.
Mario Vargas Llosa è stato uno dei primi firmatari del Manifesto per la lingua comune del giugno 2008, un documento pubblico presentato dai suoi estensori come difesa delle minoranze di lingua spagnola nelle Comunità autonome della Spagna, diretto in particolare contro ogni tutela del catalano in Catalogna, Paese valenziano e Baleari.
Vargas Llosa ha partecipato nel 2010 a una riunione della Commissione Trilaterale.
Il 16 maggio 2010 Varga Llosa si dichiara pubblicamente per la libertà della Corrida: "le ragioni di una festa crudele: vietarla sarebbe un’enorme perdita per l’arte, la tradizione e la cultura nella quale sono nato"
Intervistato a più riprese dalla stampa sulla situazione politica italiana, lo scrittore ha aspramente criticato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sia sul piano umano sia sul piano politico, pur riconoscendogli un talento politico.
Nel 2011 ricevette il titolo di marchese dal re Juan Carlos I di Spagna.
L'8 ottobre 2017 Vargas Llosa tenne un appassionato discorso alla marcia degli unionisti a Barcellona, perorando la causa contro i secessionisti catalani, bollando il referendum illegale come «tentativo di colpo di stato» di una minoranza e denunciando l'atto eversivo contro la maggioranza della popolazione catalana, contraria alla separazione dalla Spagna. Successivamente si oppose all'indulto umanitario verso l'ex dittatore peruviano Fujimori.
È anche stimato autore di teatro, con all'attivo una decina di opere teatrali. Nel 1981 pubblicò La señorita de Tacna, nel 1983 Kathie y el hipopótamo, nel 1986 La Chunga, nel 1993 El loco de los balcones.
Come scrittore acquisì fama negli anni Sessanta coi romanzi La città e i cani (1963), La Casa Verde (1966), Conversazione nella Cattedrale (1969). La sua copiosa produzione ha spaziato attraverso vari generi, dal giornalismo alla saggistica, al teatro. La sua narrativa è stata adattata per la televisione e il cinema. La maggioranza dei suoi romanzi è ambientata in Perù, nei quali esplora la società peruviana e il clima storico della dittatura militare del generale Odría, sotto la quale trascorse la giovinezza, e i suoi pesanti condizionamenti.. I successivi romanzi narrano eventi topici di altri Paesi, e il loro clima storico: La guerra della fine del mondo, collocato nel Brasile della fine del XIX secolo, dove si narra la guerra di Canudos; La festa del caprone affronta la Santo Domingo durante la dittatura di Trujillo; Il sogno del Celta rievoca lo sfruttamento coloniale in Congo e in Amazzonia; Avventure della ragazza cattiva mescola affari di cuore e utopie rivoluzionarie; Tempi duri (2019) parte dal colpo di Stato in Guatemala del 1954.
In gioventù, fu simpatizzante del comunismo e ammiratore di Fidel Castro, ma a partire dal 1980 è diventato un ardente sostenitore del liberalismo. Nel 1990, fu il candidato presidente della coalizione di centro-destra Frente Democrático alle elezioni in Perù, ma fu sconfitto da Alberto Fujimori. Decise allora di lasciare il Paese e di chiedere la cittadinanza alla Spagna, in cui già da tempo lavorava. Nel 2011 è stato nominato marchese da Re Juan Carlos I.
Nel 2021 è stato eletto membro dell'Académie française al seggio numero 18, primo membro che non ha scritto nessuna opera in lingua francese, che Vargas Llosa parla fluentemente. Anche la pubblicazione della sua opera nella prestigiosa collezione Bibliothèque de la Pléiade, per l'editore Gallimard, costituisce una prima assoluta per uno scrittore non francese ancora vivente; è il secondo autore latino-americano pubblicato nella collana, dopo Héctor Bianciotti. È padre di 3 figli: Álvaro Vargas Llosa, Gonzales e Morgana.
Vargas Llosa nacque ad Arequipa, una città del Perù meridionale, il 28 marzo del 1936 da una benestante famiglia borghese di ascendenza meticcia e creola, figlio unico di Ernesto Vargas Maldonado e di Dora Llosa Ureta, che si separarono qualche mese dopo la sua nascita. Poco tempo dopo il padre rivelò di avere una relazione clandestina con una donna tedesca, dalla quale avrà poi due figli: Enrique ed Ernesto Vargas.
Vargas Llosa visse con la famiglia materna ad Arequipa ancora un anno dopo il divorzio dei genitori. Quando il nonno materno fu nominato console onorario del Perù in Bolivia, Vargas Llosa si trasferì, insieme con la madre e la famiglia, a Cochabamba, dove trascorse i primi anni della sua infanzia. I Llosa, mantenuti dal nonno di Mario, amministratore di una piantagione di cotone, fecero credere a Vargas Llosa che il padre era morto, per evitare di dovergli spiegare la separazione dei genitori. Sotto la presidenza di José Luis Bustamante y Rivero, il nonno ottenne un nuovo incarico diplomatico a Piura e così la famiglia fece ritorno in Perù. A Piura, Vargas Llosa frequentò la scuola elementare presso il Colegio Salesiano Don Bosco.
Nel 1946, Vargas Llosa si recò a Lima dove incontrò per la prima volta il padre. I genitori si rimisero insieme e trasferirono la famiglia a Magdalena del Mar, sobborgo della capitale peruviana. A Lima studiò nel Colegio La Salle dal 1947 al 1949. La relazione con il padre, sempre problematica, marcherà per sempre il resto della sua vita. A quattordici anni il padre lo inviò al Colegio Militar Leoncio Prado, dove ebbe come professore di francese il poeta surrealista César Moro. Un anno prima di ottenere il diploma, Vargas Llosa incominciò a collaborare come giornalista ad alcuni quotidiani locali. Si ritirò dall'accademia militare e terminò i suoi studi a Piura, dove lavorò per il giornale locale e diresse la rappresentazione teatrale della sua prima opera drammatica, La huida del Inca.
Nel 1953, durante il governo di Manuel A. Odría, Vargas Llosa entrò all'Universidad Nacional Mayor de San Marcos di Lima, dove studiò Diritto e Letteratura. Partecipò alla politica universitaria attraverso Cahuide, sotto il quale si celava il Partito Comunista perseguitato dal governo, al quale Vargas Llosa si oppose sia attraverso gli organi universitari sia durante fugaci proteste in piazza. Poco tempo dopo il giovane Vargas Llosa, si distanzierà da quel gruppo, e si iscriverà alla Democracia Cristiana di Héctor Cornejo Chàvez, sperando che questo partito potesse sostenere la candidatura di Bustamante y Rivero, del quale rimpiangeva l'esilio. Nel 1955 si sposò con Julia Urquidi, di dieci anni più anziana di lui.
Vargas Llosa incominciò seriamente la sua carriera letteraria nel 1957 con la pubblicazione dei suoi primi racconti, Los jefes e El abuelo, mentre collaborava con due giornali. Dopo la laurea nel 1958 ricevette una borsa di studio per la Universidad Complutense de Madrid in Spagna. Nel 1960, terminata la borsa per la Complutense, Vargas Llosa se ne andò in Francia, dove aveva fatto richiesta per un'altra borsa di studio, ma quando arrivò a Parigi scoprì che la sua richiesta era stata respinta. Nonostante l'inaspettata situazione finanziaria, Mario e Julia decisero di rimanere a Parigi dove Vargas Llosa cominciò a scrivere in maniera regolare. Il matrimonio durò ancora qualche anno, ma terminò con il divorzio nel 1964. Un anno dopo, Vargas Llosa sposò una cugina, Patricia Llosa, dalla quale ebbe tre figli: Álvaro, scrittore ed editore, Gonzalo, impresario, e Morgana, fotografa. Nel 2015, dopo cinquant'anni di matrimonio, ha lasciato la moglie per legarsi a Isabel Preysler, da poco rimasta vedova dell'ex ministro Miguel Boyer ed ex moglie del cantante Julio Iglesias.
Tra i principali esponenti della rinascita della letteratura latinoamericana insieme con Gabriel García Márquez, Julio Cortázar, Carlos Fuentes, Jorge Luis Borges e Octavio Paz incomincia la propria carriera letteraria nel 1959 con la raccolta di racconti Los jefes.
Ma il vero successo giunge nel 1963 con il romanzo La città e i cani, pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 1967 e ambientato in un'accademia militare, ispirandosi alla sua esperienza nell'accademia militare frequentata in gioventù a Lima. Il libro, redatto con una particolare tecnica narrativa in cui narrazione e sovrapposizioni di tempi e piani si alternano in uno stile quasi cinematografico, viene però inizialmente addirittura bruciato perché considerato dissacrante e criticato aspramente dalle gerarchie militari peruviane, che accusano Vargas Llosa di essere al soldo del governo ecuadoriano e di screditare il valore dell'esercito nazionale. La medesima tecnica narrativa è riutilizzata anche nel seguente La Casa Verde (1966), nel quale narra le vicende di una ragazza sottratta a una tribù india della regione amazzonica e successivamente fuggita dalla comunità religiosa in cui era stata cresciuta, per diventare prostituta nel più famoso bordello della città di Piura, la Casa Verde.
Con questo romanzo Vargas Llosa vince la prima edizione del Premio Rómulo Gallegos, battendo la concorrenza di scrittori più esperti come Gabriel García Márquez.
Il terzo romanzo pubblicato è il monumentale Conversación en la Catedral, nel 1969, una dura analisi della vita politica e sociale del proprio Paese. Il protagonista, Santiago Zavala, figlio di un noto imprenditore con legami politici con la dittatura del generale Odría, incontra casualmente, anni dopo la morte del vecchio genitore, il vecchio autista di famiglia. Durante la conversazione con lui, in una bettola chiamata La Cattedrale, cerca di trovare conferma ai suoi sospetti sul coinvolgimento del padre in un caso di omicidio. La conversazione è l'occasione per l'autore di ripercorrere, con la vita di Santiago, anche la storia politica del Paese alla ricerca delle origini del suo fallimento sociale, politico e morale.
Segue nel 1973 il romanzo satirico Pantaleón e le visitatrici (Pantaleón y las visitadoras), seguito a sua volta da La tia Julia y el escribidor (1977), che lo vedono cimentarsi con uno stile diverso da quello dei suoi primi lavori, connotato da un'impostazione più leggera e dalla scoperta dello humour.
Con La guerra del fin del mundo del 1981, in cui ripercorre le vicende nel movimento millenarista del profeta brasiliano Antônio O Conselheiro (Antonio Il consigliere), fa una lucida analisi dei contrasti fra la società costiera nello Stato di Bahia, prevalentemente intellettuale e progressista, e la popolazione più arretrata e conservatrice dell'interno. L'impostazione dell'opera è in gran parte pessimistica, e mostra sconsolatamente come le zone meno evolute siano schiacciate dai fermenti delle altre.
A quest'opera capitale fa seguire Historia de Mayta (1984) che affronta il tema del terrorismo, Quién mató Palomino Molero? (1986), un giallo dal risvolto sociale, Elogio de la madrasta (1988), un libro erotico, ed El hablador (1987), tutti romanzi legati da un filo di fondo politico-sociale.
Pubblica poi El pez en el agua (1993), un'opera autobiografica in cui racconta la sua esperienza in politica, e Lituma en los Andes (1993), un giallo che gli vale il Premio Planeta.
Nel 1997 pubblica Los cuadernos de don Rigoberto, seguito tre anni dopo da La festa del chivo e da Il Paradiso è altrove nel 2003 e da Avventure della ragazza cattiva pubblicato nel 2006.
Nel 2010 vince il Premio Nobel per la letteratura per «la propria cartografia delle strutture del potere e per la sua immagine della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell'individuo». Diviene così il primo scrittore di origine peruviana a vincere questo riconoscimento.
Se numerose opere di Vargas Llosa sono influenzate dalla società peruviana, molte sono anche quelle ambientate altrove, specialmente in Europa. Vargas Llosa ha vissuto a lungo nel vecchio continente prima in Spagna, quando frequentò, grazie a una borsa di studio, l'Università Complutense di Madrid, poi in Francia, a Parigi, e più tardi in Inghilterra. Nel 1993, deluso dall'esito della campagna presidenziale a cui ha partecipato, chiede e ottiene la cittadinanza spagnola.
Per quanto riguarda l'impegno politico di Vargas Llosa, negli anni cinquanta sostenne apertamente la rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro, per poi però distanziarsene e criticarla. A causa dell'«affaire Padilla» - il governo cubano aveva fatto arrestare e poi costretto a una pubblica autocritica, in cui accusava sé stesso e la moglie (condizione imposta per l'immediato rilascio e la concessione del visto d'uscita), il poeta Heberto Padilla, per avere scritto contro la Rivoluzione e il castrismo -, molti intellettuali socialisti e comunisti, tra cui, oltre a lui, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Alberto Moravia, Federico Fellini e altri firmarono una lettera di critica al governo cubano, rompendo di fatto i loro rapporti e il sostegno a Castro: Gabriel García Márquez fu, al contrario, l'unico degli intellettuali interpellati che si rifiutò di firmare questa lettera aperta.
Questo cambiamento contribuì a mettere in crisi l'amicizia con García Márquez, sul quale Vargas Llosa nel 1971 aveva scritto la tesi di dottorato. I due scrittori sudamericani non si sono parlati per oltre trent'anni, avendo troncato definitivamente ogni contatto dopo un acceso litigio, avvenuto forse per motivi più personali che politici, a Città del Messico nel 1976: durante la lite Vargas Llosa colpì García Márquez con un pugno in pieno volto. Solo nel 2007, nonostante Vargas Llosa fosse rimasto sulle sue posizioni anticomuniste, avvenne una parziale riappacificazione, quando l'autore peruviano permise la pubblicazione di un suo saggio del 1971, nell'introduzione di una nuova edizione di Cent'anni di solitudine, il capolavoro dello scrittore colombiano.
Negli anni Ottanta, Vargas Llosa si attestò definitivamente su posizioni neoliberiste, rinnegando completamente le idee che lo avevano animato negli anni giovanili. Nel 1983, nel periodo in cui emerse il movimento terrorista d'ispirazione marxista-leninista e maoista Sendero Luminoso, il presidente del Perù Fernando Belaúnde Terry chiese a Vargas Llosa di partecipare alla Commissione di Inchiesta sul caso Uchuraccay, per far luce sull'assassinio di otto giornalisti da parte di un gruppo terroristico.
Nel 1987, di fronte agli intenti del governo dell'Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana (APRA) di Alan García Pérez di nazionalizzare le banche, la destra peruviana, fino ad allora moribonda, trovò una causa e un candidato per il suo rinnovamento, aggregandosi al movimento di protesta lanciato da Vargas Llosa e il suo Movimiento Libertad.
Incominciò così la sua breve carriera politica, culminata con la partecipazione alle elezioni generali del 1990 come candidato presidente della repubblica peruviana. Il principale rivale di Vargas Llosa era Alberto Fujimori, un ingegnere figlio di immigrati giapponesi, fino a quel momento praticamente sconosciuto. Per rimediare all'iperinflazione, Vargas Llosa promise di applicare un piano shock di stabilizzazione dei prezzi. Al primo turno delle presidenziali, Vargas Llosa ottenne il 28,2% dei voti; Fujimori il 24,3%; l'APRA, il 19,6%. Fu chiaro che la sinistra e l'APRA avrebbero sostenuto Fujimori, per nessun'altra ragione che sconfiggere Vargas Llosa, candidato del centrodestra.
Lo scrittore peruviano era visto dagli "apristi" e dalla sinistra come un rappresentante dell'elite conservatrice e tradizionale, mentre Fujimori era percepito come un outsider estraneo all'establishment politico. La condotta dei candidati durante la campagna elettorale, in congiunzione con il prolungato periodo di divisione politica che la precedette, diminuì sensibilmente la fiducia dei peruviani nel sistema politico tradizionale e nei suoi partiti. Questa fu la principale ragione che condusse all'elezione di Fujimori al secondo turno. Vargas Llosa ottenne il 33,9% contro il 56,5% del suo rivale.
Tre giorni dopo il secondo turno delle presidenziali Vargas Llosa volò a Parigi. Nel 1992 Fujimori attuò però un colpo di Stato con il quale soppresse le libertà fondamentali: governerà come dittatore fino al 2000, rendendosi responsabile di gravi crimini contro l'umanità, per i quali verrà condannato. Inoltre finì per attuare un programma economico di austerità molto più radicale e duro di quello sostenuto da Llosa e di quanto richiesto dal Fondo Monetario Internazionale in cambio di aiuti economici. Vargas Llosa non tornò in patria per molti anni a causa dell'instabilità politica peruviana. Continuando a intervenire, seppur da lontano, sugli eventi politici peruviani, ha sostenuto le candidature presidenziali di Ollanta Humala nel 2011, di Kuczynski nel 2016, di Keiko Fujimori nel 2021.
Nel 2023, Vargas Llosa ha aderito al nuovo partito peruviano Libertad Popular, di ispirazione liberista.
Nel 1993 Vargas Llosa chiese e ottenne dal governo spagnolo (allora a guida socialista) la cittadinanza spagnola, che egli ha potuto acquisire senza dover rinunciare a quella peruviana.
Nel 1994 è stato nominato membro della Real Academia Española.
Mario Vargas Llosa è stato uno dei primi firmatari del Manifesto per la lingua comune del giugno 2008, un documento pubblico presentato dai suoi estensori come difesa delle minoranze di lingua spagnola nelle Comunità autonome della Spagna, diretto in particolare contro ogni tutela del catalano in Catalogna, Paese valenziano e Baleari.
Vargas Llosa ha partecipato nel 2010 a una riunione della Commissione Trilaterale.
Il 16 maggio 2010 Varga Llosa si dichiara pubblicamente per la libertà della Corrida: "le ragioni di una festa crudele: vietarla sarebbe un’enorme perdita per l’arte, la tradizione e la cultura nella quale sono nato"
Intervistato a più riprese dalla stampa sulla situazione politica italiana, lo scrittore ha aspramente criticato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sia sul piano umano sia sul piano politico, pur riconoscendogli un talento politico.
Nel 2011 ricevette il titolo di marchese dal re Juan Carlos I di Spagna.
L'8 ottobre 2017 Vargas Llosa tenne un appassionato discorso alla marcia degli unionisti a Barcellona, perorando la causa contro i secessionisti catalani, bollando il referendum illegale come «tentativo di colpo di stato» di una minoranza e denunciando l'atto eversivo contro la maggioranza della popolazione catalana, contraria alla separazione dalla Spagna. Successivamente si oppose all'indulto umanitario verso l'ex dittatore peruviano Fujimori.
È anche stimato autore di teatro, con all'attivo una decina di opere teatrali. Nel 1981 pubblicò La señorita de Tacna, nel 1983 Kathie y el hipopótamo, nel 1986 La Chunga, nel 1993 El loco de los balcones.
(da Wikipedia, modificato)
Nessun commento:
Posta un commento