lunedì 21 aprile 2025

Marta Federica Ottaviani - ISTANBUL - Paesi edizioni

 
Marta Federica Ottaviani
ISTANBUL
Cronache graffianti dalla città degli Imperatori

Paesi edizioni
collana Città Geopolitiche
aprile 2025
pp. 176, euro 16
ISBN 9791255411062

Dopo l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, principale avversario del presidente Erdogan, la città ponte tra Europa e Asia è più che mai sotto la lente degli osservatori internazionali. Questo libro di Marta Federica Ottaviani non potrebbe essere più attuale e utile per comprendere la realtà meno scontata della metropoli turca, di cui l’autrice coglie le inquietudini e la sua bellezza in costante metamorfosi.
Marta Ottaviani a Istanbul ha vissuto a lungo e qui ha incontrato l’amore della sua vita, un gattone autoctono d’inenarrabile magnificenza, subito ironicamente battezzato Erdogat. Ed è proprio Erdogat l’io narrante di questo saggio, che accompagna noi lettori per le strade della «sua» città. Non si potrebbe immaginare guida migliore: i gatti non si limitano a guardare, ma «vedono». Bisanzio, Costantinopoli, la Istanbul degli Ottomani, di Atatürk e adesso di Erdogan, «tremila anni di storia passano nelle iridi verdi di queste sfingi che osservano l’esistenza con il disincanto di chi è superiore alla vana agitazione degli umani e alle loro scomposte passioni».

Un estratto

Dovete sapere che sulla rete fissa la parte europea di Istanbul ha lo stesso prefisso di New York, 212. La parte asiatica, invece, ha 216. Una volta – non è passato tantissimo, ma sembrano comunque secoli fa – nella mia città anche solo il prefisso diceva molto di una persona e chi veniva dalla parte asiatica, nella migliore delle ipotesi, veniva guardato con sufficienza. È chiaro che, come in tutte le cose, c’erano delle eccezioni. Un paio di famiglie d’imprenditori fra le più note del Paese ha la sua proprietà in Asia. Ma, a parte ciò, diciamo che per lungo tempo questa è stata considerata in qualche modo come la parte meno chic di Istanbul, oltre che la meno bella anche per il minor numero di monumenti. Si tratta di un giudizio davvero ingeneroso, oggi in larga parte superato. La grande crescita economica che ha caratterizzato la Turchia soprattutto nei primi anni dopo che il mio quasi omonimo ha preso il potere, ha cambiato il volto di interi quartieri (posto che alcune zone erano già belle prima). La mia città sa essere molto generosa; quindi, se si vuole un po’ di bellezza al prezzo di una corsa su un mezzo pubblico, si può prendere il traghetto da Eminönü, Karaköy e Kabataş e raggiungere Kadiköy. In realtà, per attraversare il Mar di Marmara dal 2013 c’è anche il Marmaray, un collegamento ferroviario sotterraneo cui è stata poi affiancata anche una superstrada. Si tratta di un’opera davvero colossale, anche se prendere la metro e pensare che stai passando sotto il mare fa oggettivamente impressione. Va detto però che i turchi, da quando c’è il mio ex omonimo, sono abbastanza abituati a queste imprese. Se confrontate la mappa dei trasporti di vent’anni fa con quella di oggi, la differenza è impressionante. Fra metropolitane, metrotramvie, il terzo ponte sul Bosforo e tunnel sotterranei, la viabilità cittadina è decisamente cambiata. La qual cosa credo sia una delle migliori testimonianze della laboriosità dei turchi e di quanto abbiano sfruttato al massimo gli ultimi decenni per migliorarsi e competere con le altre città a livello globale. Per quanto il traffico locale sia notoriamente uno dei più congestionati al mondo, il sistema di trasporto pubblico è mediamente molto efficiente e dovrebbe essere preso come esempio anche dalle metropoli del nord Italia: più ricche, molto meno abitate, ma dove muoversi sta diventando sempre più difficile. Quello che in place to be come Milano è chiamato biglietto ricaricabile, a Istanbul c’è da oltre vent’anni. Prima si chiamava akbil: era una specie di chiavetta che si poteva ricaricare a piacere, il credito andava a scalare e così ognuno era sempre certo di possedere il titolo di viaggio che vale per tutto, dai traghetti alle funicolari, passando per autobus e metropolitane. Poi è arrivata la Istanbul Kart: supporto diverso, stesso concetto. Approdiamo quindi nella nostra Kadiköy. Anche noi gatti possiamo prendere il traghetto o la metropolitana. Io scelgo sempre il primo, anche se ho fretta. Non mi perderei lo spettacolo della traversata in superficie per nulla al mondo. Si tratta di una zona di Istanbul molto particolare e, a mio personale parere di felino locale, molto gradevole. È frenetica, caotica, ma molto più autentica di tante zone nella parte europea. Forse è perché ci sono molti meno turisti e perché manca quella componente massiccia di expat fatta da personale diplomatico, uomini d’affari, studenti e compagnia cantante. Nell’ampia zona pedonale vicina alla stazione dei traghetti è tutto un susseguirsi di taverne, alimentari, venditori ambulanti, negozi dove si vendono abiti e oggetti di seconda mano (ma anche terza, quarta).  

Marta Ottaviani è nata a Milano nel 1976. Laureata in Lettere Moderne all’Università Statale di Milano, si è specializzata all’Istituto per la Formazione al Giornalismo Carlo De Martino. Nel 2005 si è trasferita a Istanbul, dove ha iniziato a scrivere per le principali testate italiane. Il suo libro Il Reis, come Erdoğan ha cambiato la Turchia ha vinto il Premio Fiuggi Storia. Nel 2022 ha pubblicato La guerra occulta del Cremlino contro l’Occidente per Bompiani. È considerata tra i maggiori esperti italiani di Turchia.

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