lunedì 14 aprile 2025

Alessandra De Vita - SOSPESE - Mursia

 
Alessandra De Vita
SOSPESE
Femminicidi irrisolti: dal caso Montesi al delitto di via Poma

prefazione di Pietro Orlandi
Mursia
collana Criminologia e Crimini
aprile 2025
pp. 184, euro 16,00
ISBN 9788842569435

Tante e troppe innocenti sono morte negli scorsi decenni, quando ancora non era stato coniato un termine per l’omicidio di genere: femminicidio. La differenza rispetto ad allora è che molte tra loro non hanno avuto giustizia. A distanza di anni, troppi crimini sono rimasti impuniti. Ci sono nomi e visi scolpiti nel nostro immaginario: su tutti, quello di Simonetta Cesaroni, la ragazza di Cinecittà assassinata nell’estate di Italia ’90 e diventata il simbolo delle giovani donne uccise dal potere. Queste ragazze avevano sogni e progetti, un lavoro, amori e amicizie, e soprattutto madri, padri, sorelle e fratelli che ancora invocano verità. Dal caso Montesi al delitto di via Poma, il volume ripercorre le storie di vite spezzate nel pieno della giovinezza da assassini senza nome e dà voce ad assenze che lottano per uscire da un vuoto incolmabile, che sembrano destinate a restare sospese come spettri nel limbo.

Dalla prefazione di Pietro Orlandi: «Perché questa giustizia continua ad essere negata a tante persone? La chiusura di un’inchiesta e la negazione della Verità e della Giustizia sono nelle mani delle Magistrature e il lavoro di un Giudice non è un lavoro come un altro, dal loro giudizio dipende la vita delle persone. Più che un lavoro la loro è una missione: quella di dare Giustizia e quando questo non accade non per incapacità ma per volontà vuol dire che quel giudice ha fallito nella sua missione primaria e come ogni cittadino deve pagare per i suoi errori. 6 In questo libro Alessandra De Vita se lo chiede come noi tutti quando scrive: «Perché a tante persone è stata negata la possibilità di scegliere della propria vita? Perché tanti assassini sono ancora a piede libero?». Nove donne assassinate che non hanno avuto giustizia sono purtroppo la punta di un iceberg. Così come il numero delle persone scomparse, una questione che mi tocca da vicino per la scomparsa di mia sorella Emanuela, il cui nome si lega a un numero enorme di persone strappate ai propri cari. E le cronache raccontano solo una piccola parte di quelle persone dimenticate, archiviate in pochi giorni, diventate pezzi di carta con un timbro sopra e gettate in un cassetto. In questo libro Alessandra racconta di nove casi di femminicidio che non hanno verità e di familiari che non hanno pace. Perché un familiare non avrà mai pace: vivrà perennemente l’ergastolo di una vita sospesa e di un dolore che si trasformerà in una serenità apparente. Non sono fatti recenti quelli riportati nel libro in cui si narra di storie note come quella di Wilma Montesi del 1953 o quella di Simonetta Cesaroni del 1990: due nomi balzati all’attenzione mediatica con forza e che tutti ricordiamo. Ma quanti ricordano il nome di Elvira Orlandini e “il delitto del Corpus Domini” commesso nel lontano 1947, o di Antonietta Longo, ammazzata a Castel Gandolfo nel 1955? O ancora di Elisabetta Di Leonardo, uccisa in via dei Prefetti a Roma nel 1986, Lidia Macchi, Roberta Lanzino? Il suo è un altro femminicidio dimenticato, Roberta fu stuprata e uccisa a soli 19 anni in provincia di Cosenza.»

Alessandra De Vita e` nata a Battipaglia (Sa) nel 1981. Ha studiato al DAMS di Bologna e presso l’Universita` “Suor Orsola Benincasa” di Napoli dove ha conseguito un master in Radiofonia. Ha collaborato dal 2007 al 2018 per un quotidiano locale del Gruppo GEDI. E` stata corrispondente per la redazione giornalistica di Radio Capital e videoreporter per ANSA. Scrive per il quotidiano “Domani” e per la rivista “Grazia”. Nel 2021 ha pubblicato due raccolte di racconti “Suites acide − Storie di ragazze rotte” vol. 1 e vol. 2 (2021 e 2023).

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