traduzione di Lorenzo Andolfatto
ollustrazione di Lucrezia Viperina
add editore
aprile 2025
pp. 192, euro 20
ISBN 9788867835225
ollustrazione di Lucrezia Viperina
add editore
aprile 2025
pp. 192, euro 20
ISBN 9788867835225
In un mondo in cui il contatto fisico è vietato e le relazioni sono ottimizzate dalle macchine, quale destino attende l’essere umano?
Lin Hsin-hui segue la vita di una donna la cui generazione è la prima a sperimentare una «società senza contatto», governata da un’intelligenza artificiale centralizzata. Educata a evitare qualsiasi tipo di relazione fisica, considerata una pericolosa fonte di contaminazione emotiva, la protagonista decide di partecipare a un programma di ibridazione bio-sintetica. Trasferita in un nuovo corpo perfetto e sincronizzata a una metà artificiale altamente specializzata, alla fine dovrà confrontarsi con la propria identità e battersi per preservare l’umanità in un sistema che genera solitudine e isolamento.
Esplorando i confini sempre più labili tra ciò che è autenticamente umano e ciò che è frutto di un algoritmo, Intimità senza contatto è una riflessione sul presente: la disconnessione emotiva avanza con la stessa rapidità della tecnologia, e il nostro modo di costruire relazioni viene ricalcolato dalle macchine, rivelando un’alienazione radicata anche nei contesti più familiari. E se l’intelligenza artificiale, nel tentativo di salvaguardare l’umanità, ne ridefinisse l’intimità?
Un’opera luminosa che dipana delicatamente i fili delle narrazioni eteronormative e patriarcali, tessendo un futuro in cui sbocciano diverse possibilità. La prosa intima di Lin traccia nuovi territori sia nella forma sia nella visione, e la consacra come una delle scrittrici di fantascienza più innovative della sua generazione.
Chi Ta-wei, autore di Membrana
L'inizio
Si svegliò in un corpo a lei non familiare. Non familiare, ma non del tutto sconosciuto, poiché era in grado di percorrerlo con la mente fino alle sue estremità. Mosse con cautela le dita delle mani e dei piedi, e si accorse che tra gesto e intenzione sembrava interporsi una specie di barriera. Forse la risposta si trovava nel rovescio della domanda: se quello fosse stato davvero il suo corpo, il corpo a cui era abituata, allora flettere un dito non avrebbe dovuto essere poi troppo diverso dal sedersi, dallo sdraiarsi o dal camminare, azioni che era in grado di eseguire senza alcuna increspatura del pensiero. La condizione in cui si trovava era simile a quella di chi si risveglia da un grave infortunio, oppure di chi fa esperienza della realtà virtuale per la prima volta e cerca di stabilire se il proprio avatar digitale sia connesso o meno ai propri pensieri, guardandosi il corpo e agitando le mani. Ma forse non si trattava né di un caso né dell’altro. Man mano che la sua coscienza si schiariva seguendo i movimenti, si ricordò del messaggio di notifica che l’aveva destata prima del sole e prima della sveglia che aveva illuminato lo schermo del telefono.
Si svegliò in un corpo a lei non familiare. Non familiare, ma non del tutto sconosciuto, poiché era in grado di percorrerlo con la mente fino alle sue estremità. Mosse con cautela le dita delle mani e dei piedi, e si accorse che tra gesto e intenzione sembrava interporsi una specie di barriera. Forse la risposta si trovava nel rovescio della domanda: se quello fosse stato davvero il suo corpo, il corpo a cui era abituata, allora flettere un dito non avrebbe dovuto essere poi troppo diverso dal sedersi, dallo sdraiarsi o dal camminare, azioni che era in grado di eseguire senza alcuna increspatura del pensiero. La condizione in cui si trovava era simile a quella di chi si risveglia da un grave infortunio, oppure di chi fa esperienza della realtà virtuale per la prima volta e cerca di stabilire se il proprio avatar digitale sia connesso o meno ai propri pensieri, guardandosi il corpo e agitando le mani. Ma forse non si trattava né di un caso né dell’altro. Man mano che la sua coscienza si schiariva seguendo i movimenti, si ricordò del messaggio di notifica che l’aveva destata prima del sole e prima della sveglia che aveva illuminato lo schermo del telefono.
Lin Hsin-Hui 林新惠 (1990)
è una scrittrice taiwanese. Ha vinto, tra i numerosi riconoscimenti,
il prestigioso Premio per la letteratura di Taiwan. Allieva di Chi
Ta-wei, autore di Membrana, alla National Chengchi University di
Taipei, Lin si concentra sui confini ambigui tra umano e non umano, e
sulle intersezioni tra letteratura, tecnologia ed ecologia. Intimità
senza contatto è il suo primo romanzo.
Il tour dell'autrice in Italia
Giovedì 19 giugno | Roma
@ Estate al Torrione, Pigneto, ore 19.00
20-22 giugno | Cagliari
@ Marina Cafè Noir
Martedì 24 giugno | Milano
@ Tempio del Futuro Perduto
in dialogo con Viola Stefanello, Il Post
Il tour dell'autrice in Italia
Giovedì 19 giugno | Roma
@ Estate al Torrione, Pigneto, ore 19.00
20-22 giugno | Cagliari
@ Marina Cafè Noir
Martedì 24 giugno | Milano
@ Tempio del Futuro Perduto
in dialogo con Viola Stefanello, Il Post
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