lunedì 21 aprile 2025

Maggie Nelson - PATHEMATA - Nottetempo

 
Maggie Nelson
PATHEMATA
O, la storia della mia bocca
(titolo originale Pathemata, Or, The Story of My Mouth)
traduzione di Alessandra Castellazzi
Nottetempo
collana Narrativa
aprile 2025
pp. 96, euro 14
ISBN  9791254801840

 
Secondo pannello di un dittico avviato nel 2009 con Bluets (pubblicato in Italia da nottetempo nel 2023), Pathemata, O, la storia della mia bocca tocca con grazia le corde più intime dell’esperienza umana, fondendo insieme il “diario di una paziente” – ovvero il racconto di un decennio di dolore alla mascella – e l’esplorazione personale del punto di unione tra onirico e ordinario. Nelle parole di Maggie Nelson l’inconscio si insinua nella quotidianità e svela timori taciuti, ferite represse. Passando dalle proprie vicissitudini cliniche al territorio inesplorato della maternità, dagli inciampi di un rapporto amoroso agli squarci lasciati dal lutto, l’autrice si mette a nudo con una scrittura evocativa, musicale ed essenziale. Nelson ci fa sentire con forza inedita l’emozione più profonda e vera: tutti noi abitiamo un corpo capace di provare amore e dolore, patimenti e passioni, tutti noi siamo presi dallo sforzo costante di connetterci con gli altri.
 
Un estratto

Mi alzo per prima per stare da sola, ma anche perché la mandibola mi fa così male che non riesco a rimanere a letto. Al mattino è come se la mia bocca fosse sopravvissuta a una guerra – ha protestato, si è nascosta, ha sofferto. È fluttuata, i suoi minuscoli punti di contatto hanno sferrato attacchi e li hanno respinti, il dolore è saettato e poi si è addensato attorno all’articolazione. Anziché trovarsi l’un l’altro i miei denti incontrano la guancia, e la masticano, lasciando dietro di sé due catene montuose. Mi ficco il lenzuolo in bocca per avere la certezza che sono ancora qui, ancora radicata alla crosta. 

Quando h è a casa, cioè circa la metà del tempo in questo periodo, mi scuso per le macchie bianche sul bordo del piumone. Dice che non sono un problema, però lo rattristano.

Mentre entro in punta di piedi in cucina, “controllo il morso”, un gesto che mi hanno raccomandato di evitare ma che io faccio comunque, per assicurarmi che i miei denti superiori e inferiori siano ancora nella stessa bocca, cugini perduti della stessa stella. 

Ha accostato sul ciglio di una stradina di campagna per aiutare una tartaruga ad attraversare. Siamo su un pendio ad angolo cieco, perciò c’è il rischio concreto che entrambi finiscano travolti da una macchina in arrivo. È tenero e sollecito nei confronti della tartaruga, più tenero e sollecito di quanto non sia mai stato con me. Aspetto sul sedile del passeggero, guardando il calore levarsi dall’asfalto. Non mi importa se la tartaruga vive, ma fingo di sì. Sto cercando di farmi amare. 

C’è un intervallo di tempo, appena svegli, in cui si dice che la mente sia più fresca e incline alla creatività.
Un articolo di giornale lo definisce “fervore mattutino”. Per circa due anni lo stronco sul nascere leggendo le notizie su Twitter. Prima mi dispongo a scoprire le personalità e i cani e le abitudini di cucito di ex procuratori e procuratrici. Dimostrano una confidenza con il lessico della moralità che mi meraviglia – dopo anni passati a mettere al gabbio la gente. Poi passo del tempo in compagnia di vari epidemiologi, disponendomi a scoprire il loro senso dell’umorismo, le loro ossessioni (“Mi trattengo solo per Omicron!”), l’uso della punteggiatura, la “tolleranza del rischio”, le reazioni ferite all’aggressività altrui. Mi diverte in particolare l’ottimismo osteggiato di Monica Gandhi, i suoi “grazie” passivo-aggressivi, il suo apprezzamento quasi erotico per i vaccini. (...)

Maggie Nelson è una scrittrice e poetessa statunitense. Nata a San Francisco il 12 marzo 1973 dall'avvocato Bruce Arthur e dalla scrittrice Barbara Jo, nel 1994 ha conseguito un B.A. alla Wesleyan University e nel 2004 un dottorato di ricerca in letteratura inglese al Graduate Center dell'Università della Città di New York. Nel corso della sua carriera, ha pubblicato 4 raccolte di liriche e 6 opere di saggistica, spaziando tra diversi generi e affrontando svariati temi: femminismo, critica letteraria, estetica e violenza sessuale. Vincitrice delle borse di studio Guggenheim, NEA e MacArthur, nel 2015 è stata insignita del National Book Critics Circle Award nella categoria "Critica" grazie al saggio Gli Argonauti. Insegnante presso l'Istituto delle arti della California, vive con il marito, l'artista Harry Dodge, a Los Angeles.

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