Danilo Kiš
SALMO 44
(titolo originale Psalm 44, 1962)
traduzione di Manuela Orazi
Adelphi
collana Fabula, 417
marzo 2025
pp. 135, euro 19
ISBN 9788845939976
«Una sorta di reportage romanzesco sull’universo concentrazionario tedesco». Così, nel 1986, Danilo Kiš definì Salmo 44, uscito nel 1962, rimproverandosi di «certe cose dette, per mancanza di esperienza, in maniera troppo diretta». Sarebbe tuttavia ingeneroso ridurre questo testo duro e folgorante – ispirato dalla lettura di un articolo di giornale su una coppia di sopravvissuti ad Auschwitz in visita al museo del lager – ad acerba prova giovanile. Le ore spasmodiche che precedono la fuga notturna di Maria, insieme al figlio neonato Jan e alla compagna di prigionia Jeanne, dal campo di Birkenau si dilatano infatti a dismisura nel flusso caotico dei ricordi della giovane protagonista, barcollante «sul limite dell’incoscienza» negli attimi che la separano dalla salvezza o dalla fine. Attraverso quei ricordi Kiš rievoca, con una scrittura che sembra fatta di corpi tremanti, non solo l’orrore dell’Olocausto e degli esperimenti di Josef Mengele, l’improvviso apparire dei «Für Juden verboten» sulle porte dei tram, il massacro di Novi Sad, ma anche l’incontro di Maria con Jakub, l’indimenticabile attesa di lei «in piedi nel buio, immobile» con gli occhi sgranati, chiusa nell’armadio, mentre tra Jakub e il dottor Nietzsche si consuma «un duello segreto, quel gioco pericoloso in cui uno dei giocatori ha dalla sua un fante di picche con due pugnali e l’altro ha soltanto lo scudo aereo dell’azzardo e della ragione». Kiš si conferma, fra coloro che hanno osato narrare il dramma abbattutosi sul popolo ebraico e sull’Europa centrale, voce tra le più potenti e memorabili.
Danilo Kiš (Subotica, 22 febbraio 1935 – Parigi, 15 ottobre 1989) è stato uno scrittore jugoslavo. Nacque a Subotica, in Voivodina (Regno di Jugoslavia), figlio di un ispettore ferroviario ungherese di religione ebraica e di Milica Kiš (Nata Dragičević) una montenegrina di Cettigne. Durante la seconda guerra mondiale egli perse suo padre e diversi altri membri della sua famiglia, che morirono in diversi campi nazisti. Trascorse assieme alla madre e alla sorella maggiore il periodo bellico in Ungheria, concluso il quale si trasferì in Montenegro, a Cettigne, dove Kiš concluse gli studi superiori nel 1954. Kiš studiò letteratura all'Università di Belgrado, laureandosi nel 1958 e completando per primo un corso in letterature comparate. Divenne un importante redattore della rivista Vidici, dove lavorò fino al 1960. Nel 1962 pubblicò le prime due novelle, Mansarda e Psalm 44. Kiš ricevette il prestigioso premio letterario NIN (Nedeljne informativne novine) per il suo Peščanik ("La clessidra") nel 1973, che restituì pochi anni dopo per una disputa politica. In seguito ricevette diversi premi nazionali ed internazionali sia per le sue opere di prosa che di poesia. Visse per gran parte della sua vita a Parigi, lavorando come lettore universitario. Kiš fu sposato con Mirjana Miočinović dal 1962 al 1981. Dopo la separazione, visse assieme a Pascale Delpech fino alla morte per cancro del polmone a Parigi. Scrittore di grande valore, grazie al suo stile diretto e sobrio è considerato uno dei maggiori narratori jugoslavi del XX secolo. Traduttore dal francese, russo e ungherese, Kiš ha insegnato lingua e letteratura serbo-croata nelle università di Strasburgo, Bordeaux e Lilla.
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