Vincenzo Paglia
L'ETA' DA INVENTARE
La vecchiaia fra memoria ed eternità
Piemme
ottobre 2021, pag. 240, Euro 17,50
ISBN 9788856681345
Vincenzo Paglia, già vescovo di Terni, poi arcivescovo, è attualmente Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio, nell'ambito della quale è impegnato nell'Associazione "Uomini e Religioni", che organizza incontri ecumenici e interreligiosi. È autore di studi sul dialogo fra credenti e laici e di libri di carattere religioso, pastorale e sociale.
Questo suo nuovo libro è un libro sulla vecchiaia. E già s'affacciano in automatico parole come decadimento fisico, solitudine, inoperosità progressiva. Monsignor Paglia, tuttavia, propone una articolata visione innovativa in una serie ben scandita di capitoli. Scrive Paglia: «ci sono i bambini, poi i giovani, quindi gli adulti e infine gli anziani. Volendo possiamo aggiungere altri due “piani” e un futuro: le fondamenta (la vita nel seno della madre), il terrazzo (la fase terminale) e l’oltre la morte (il cielo che è popolato). Qual è oggi il problema? In questo palazzo di quattro (o meglio, sei piani e un terrazzo) non ci sono né scale né ascensori. Anche il cielo è stato tolto! Sull’ultimo piano non c’è più il cielo, ma una cappa nera impenetrabile. È quel che chiamiamo incomunicabilità tra le generazioni e anche nichilismo, visto che il “nulla” è il futuro che ci attende…».
Il libro è scandito da una serie di capitoli dedicati a 'La vecchiaia: il nostro futuro', 'La vecchiaia: tempo di brace, non di cenere', 'Le paure della vecchiaia', 'L'alleanza fra le generazioni', 'Gli anziani: nella vittà una risorsa', 'Gli anziani: nella Chiesa, un dono', 'Verso il compimento'. Capitoli che contengono una numerosa serie di importanti riflessioni, delle quali, ritengo essenziale riportare questa: “I vecchi diventano predicatori silenziosi dell’attesa di sostegno e di aiuto: è il loro corpo indebolito e dipendente che parla, non le loro parole, spesso segnate dalla confusione. Il loro corpo parla del limite, del bisogno di essere amati e sostenuti. La debolezza dei vecchi è provocatoria: invita i più giovani ad accettare la dipendenza dagli altri come stile di vita, come modo di vivere. Quel che l’anziano insegna con la sua condizione di dipendenza è il bisogno di aiuto che tutti abbiamo.”. Conclude il libro una Carta per i diritti delle persone anziane e i doveri della comunità delle persone anziane.
Sergio Albertini
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