Giancristiano Desiderio
TEORIA GENERALE DELLE STRONZATE
Come si distrugge una nazione
Castelvecchi, collana Nodi
2021, pag. 76, Euro 11,50
ISBN 9788832903997
Può riuscire una stronzata a mettere in crisi un’intera democrazia? Forse una sola no, le stronzate del resto sono sempre esistite, ma mai come nel nostro tempo sono state tante, e grosse: la società dell’informazione e dei social ne produce in quantità industriale, confezionandole di volta in volta come notizia, scienza, politica. Nemmeno le cinque leggi fondamentali della stupidità umana codificate dallo storico Carlo Maria Cipolla bastano più a tenere sotto controllo il potenziale distruttivo degli stupidi, quando entrano in gioco le stronzate. Ecco perché è necessaria una teoria generale che distingua il falso e la bugia dalle finzioni, i sofismi e le contraffazioni, cioè dalle vere e proprie stronzate, le quali tendono, alla fine, a portare la stupidità al potere. Introducendo una sesta legge fondamentale: «Quando i non-stupidi non distinguono più il vero, il falso, il finto, allora il potere degli stupidi non ha più limiti».
Così viene presentato dall'editore il libro di Giancristiano Desiderio, autore di testi sul rapporto tra verità e potere, politica e libertà, vincitore nel 2014 del Premio Acqui Storia con “Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce” ed autore, tra gli altri libri, di “Essere e Gioco da Platone a Pelé. Il senso del calcio e della condizione umana” (Ultra, 2019) e “Croce e Einaudi. Teoria e pratica del liberalismo” (Rubbettino, 2020).
Nell'introduzione (“Ci sono ancora problemi filosofici ?”) l'autore spiega già il concetto di 'stronzata' (“Il caso della Costa Concordia – la nave della Costa Crociere naufragata il 13 gennaio 2012 all’Isola del Giglio – è emblematico: fu una colossale stronzata guidare quella nave in acque troppo basse fino a urtare con lo scoglio delle Scole. Il risultato fu la morte di trentadue persone e il più grande naufragio dell’epoca moderna. E il Ponte Morandi di Genova? Venne giù di schianto il 14 agosto 2018 ma il crollo non fu dovuto né al destino, né al caso, quanto alla mancanza di normalissima manutenzione. Ecco perché avere una teoria generale delle stronzate è, ormai, non solo utile ma necessario: aiuta a difendersi dal pericolo delle stronzate, tanto teoriche quanto pratiche, che la nostra società produce in quantità industriale.”). Per Desiderio “Tecnicamente una stronzata è lo scollamento tra opinione e fatti o, meglio, l’incapacità di distinguere finzione e realtà, irrealtà e realtà”.
In una società post-moderna come la nostra, che passava e passa attraverso la “mediatizzazione” della comunicazione si è ottenuta quella svolta ermeneutica anticipata da Nietzsche e da Heidegger per la quale non vi sono fatti ma solo interpretazioni ? C'è ancora una verità/realtà da ricercare ?
Fondamentale la citazione Carlo Maria Cipolla, con il testo delizioso e ormai classico “Le leggi fondamentali della stupidità umana” che riconduce la stupidità umana a cinque leggi che Desiderio riporta in sequenza:
I Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di stupidi in circolazione.
II La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della stessa persona.
III Una persona stupida è una persona che causa danno a un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.
IV Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide. In particolare i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore.
V La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.
In un capitolo Desiderio approfondisce le sue riflessioni su Marx, Engels e la madre di tutte le ideologie (con una citazione della Tachter; Il socialismo dura solo fino a quando finiscono i soldi degli altri.) fornendo, nel capitolo successivo, un lapidario incipit: “Il marxismo è stato fondato sul sentimento più diffuso: il risentimento.” indicando nella gogna il carattere fondamentale del nostro tempo (“Chi incolpiamo oggi? Chi offendiamo? Chi insultiamo? La colpa altrui non renderà felici ma è così utile a soddisfare il risentimento che, ormai, il boia che è in tutti, in ognuno, non ne può più fare a meno.”). Nel capitolo “La fabbrica del vuoto” Desiderio si domanda e ci domanda: “Ma come si è giunti fino a questo punto? Come è possibile che i caposaldi della nostra convivenza civile siano stati erosi fino al punto in cui perfino il diritto è stato, come avrebbe detto Marx, “capovolto”? È possibile, è possibile.”. In uno dei capitoli successivi, a partire da una citazione di Eco, Desiderio richiama uno dei davvero enormi macigni della nostra contemporaneità: “I cretini non sono un’invenzione dei social, sono sempre esistiti. Con i social i cretini hanno non solo un’occasione che prima non avevano ma anche un rilievo inimmaginabile fino a qualche tempo addietro. La cosa non è da sottovalutare perché, come diceva Franz Kafka, un idiota è un idiota, due idioti sono due idioti, ma diecimila idioti sono un partito politico”. Che fare ? “Porsi il proposito di eliminare i cretini – gli stupidi, gli idioti, gli imbecilli – non solo è insensato ma è da cretini perché non tiene conto della Prima Legge di Carlo Maria Cipolla. Dunque, che fare, bisogna rassegnarsi? Non proprio. Bisogna riaprire i Bar Sport. Il caro vecchio Bar dello sport che esisteva in ogni paese, in ogni borgo, in ogni quartiere e in ogni villaggio svolgeva una funzione fondamentale nella società di un tempo: consentiva di sparare stronzate senza danneggiare nessuno perché tutti sapevano che erano amabili stronzate e facevano uso di sana ironia. Tutto il contrario di quanto accade oggi sui social in cui le stronzate hanno tante pretese e tutti si prendono terribilmente sul serio fino al fanatismo.”
Libro amaro, forse libro senza speranza, ma libro importante, che riflette e fa riflettere in ogni sua pagina.
Sergio Albertini
Nessun commento:
Posta un commento